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Usa: Pakistan non sapeva nulla di Bin Laden Un nuovo video dei talebani: "Colpiremo la Cia"

Il Pentagono: nessuna prova che il Pakistan fosse a conoscenza della presenza di Osama Bin Laden. Il capo di Stato maggiore americano Mullen ha sottolineato come una rottura nei rapporti tra Stati Uniti e Pakistan avrebbe conseguenze estremamente negative. Intanto Saif al-Adel è il successore di Osama  

Usa: Pakistan non sapeva nulla di Bin Laden 
Un nuovo video dei talebani: "Colpiremo la Cia"

Washington - Non ci sono prove che il Pakistan fosse a conoscenza della presenza di Osama Bin Laden nel Paese. A far cadere definitivamente l'ipotesi che lo sceicco del terrore sia stato protetto da Islamabad, è lo stesso Pentagono. Il capo di Stato maggiore americano, l'ammiraglio Mike Mullen, ha inoltre sottolineato come una rottura nei rapporti tra Stati Uniti e Pakistan avrebbe conseguenze estremamente negative.

Intanto è un ex membro delle forze speciali egiziani, Saif al-Adel, il successore di Osama Bin Laden e nuovo leader ad interim di al Qaeda. E' quanto sostiene Noman Benotman, ex militante di un gruppo libico affiliato al network terroristico che oggi ha rinunciato alla lotta armata e all’ideologia qaedista. In un’intervista alla Cnn, Benotman, citando fonti personali e informazioni raccolte sui forum jihadisti, ha riferito che al-Adel, noto anche con il nome di Muhamad Ibrahim Makkawi, è stato scelto come nuovo capo ad interim di al Qaeda. Secondo l’ex militante, la scelta dell’egiziano, tuttavia, non è stata presa dal consiglio (shura) di al-Qaeda perché è impossibile al momento organizzarne uno, ma da un gruppo ristretto di sei-otto leader del movimento jihadista attivi nelle aree tribali a cavallo tra Afghanistan e Pakistan.

Il presunto capo militare di Al Qaida in Iraq è stato arrestato. Lo annuncia l’esercito iracheno. 

"Ci vendicheremo con il governo pakistano per l’uccisione di Osama Bin Laden. Le forze di sicurezza, l’Isi (i servizi segreti pakistani, ndr) e la Cia (i servizi degli Stati Uniti, ndr) sono in cima alla lista dei nostri obiettivi". È il messaggio che i Talebani pakistani lanciano nel loro primo video dopo l’uccisione del leader di al-Qaeda. Nel video ottenuto dal corrispondente di al-Jazeera da Islamabad, appare Omar Khaled, un leader talebano, circondato da guardie armate. "Osama Bin Laden ci ha dato l’ideologia del jihad islamico, la sua morte non ci spaventa, ci dà invece più forza per continuare la sua missione", afferma Khaled. "Gli americani hanno avuto bisogno di 11 anni per uccidere Osama, per noi sarà più facile, ci vendicheremo in pochi mesi», promette. Il gruppo di Talebani appare poi a bordo di moto e di una vecchia automobile in una zona montuosa e mentre provano alcune armi. Il giornalista di al-Jazeera spiega che, l’ultima volta che ha avuto modo di incontrare Khaled, si trovava nei pressi di Ghalanai, nelle Aree Tribali di Amministrazione Federale (Fata), sul confine con l’Afghanistan. 

Il nuovo numero uno di al Qaeda Al Adel è un miliziano jihadista di lungo corso che ha combattutto i sovietici in Afghanistan negli anni Ottanta. Secondo la Cnn, dopo la caduta a Kabul dei Talebani nel 2001, è riparato in Iran e quindi in Pakistan, dove è diventato uno dei leader riconosciuti del movimento. Secondo fonti dell’anti-terrorismo saudita, al Adel è il responsabile di un'ondata di attentati terroristici compiuti da al Qaeda nella monarchia di re Abdullah a partire dal maggio 2003. È sospettato, inoltre, di aver avuto un ruolo di primo piano negli attacchi contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam nel 1998. Sulla sua testa pende una taglia di cinque milioni di dollari.

Il ruolo chiave dell'Egitto La nomina di Seif al-Adel consacra ufficialmente il ruolo chiave della corrente egiziana all’interno della formazione terroristica. Sin dalle prime ore dopo il blitz di Abbottabad che ha portato all’uccisione di Bin Laden, tutti gli analisti arabi hanno sottolineato come la corrente egiziana, guidata da Ayman al-Zawahiri, avrebbe preso il sopravvento su quella dei paesi arabi del Golfo, anche in virtù del ritorno in Afghanistan di un elemento di spicco del gruppo come Seif al-Adel. A settembre dello scorso anno, il terrorista egiziano è stato infatti liberato dalle autorità iraniane che lo tenevano sotto custodia dal 2002, anno in cui ha tentato di fuggire dai raid aerei americani in Afghanistan entrando nel paese vicino. Nel settembre del 2010 il giornale kuwaitiano al-Rai al-Amm ha annunciato che Seif al-Adel era ritornato in Afghanistan per riprendere la leadership del gruppo, dopo quasi otto anni di detenzione in Iran. Il 50enne, ex ufficiale delle Forze speciali egiziane, finora alla guida del ramo egiziano di al-Qaeda, è stato scelto però solo temporaneamente come successore di Bin Laden, di fronte al nervosismo della "comunità jihadista" internazionale per la mancanza di un vero e proprio leader del terrorismo islamico all’altezza di quello ucciso due settimane fa.

L’unico esponente del gruppo armato più noto di lui e dotato di maggiore carisma agli occhi dei militanti è lo yemenita Anwar al-Awlaki.

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