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Usa, la protesta di "Occupy" arriva in Iowa per le primarie Gli ispanici vogliono Obama

La protesta di Occupy Wall Street raggiunge l'Iowa. Ma gli organizzatori promettono: "Non ostacoleremo il voto". Ultimo sondaggio Cnn: testa a testa Romney-Ron Paul

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Tutti se l'aspettavano e puntuale è arrivata. Stiamo parlando dell'onda di Occupy Wall Street, che arriva a toccare anche le primarie repubblicane. Gli organizzatori assicurano che si tratterà di una protesta non violenta. Del resto l'appuntamento del 3 gennaio in Iowa, dove inizia ufficialmente la corsa delle primarie, era troppo ghiotta per chi vuole contestare lo strapotere finanziario che imperversa negli Stati Uniti. A Des Moines, capitale dell'Iowa, e negli altri centri più importanti dello Stato, è atteso l'arrivo di qualche centinaio di militanti contro lo strapotere della finanza. Il movimento, ribattezzato "Occupy Caucus", si propone di disturbare in modo pacifico la consultazione elettorale. Sono in programma picchetti davanti al quartier generale di ciascun candidato e volantinaggi. "Ci divideremo in gruppi diversi, in modo da scrivere documenti di protesta mirati da distribuire davanti ai diversi comitati elettorali dei vari candidati", ha rivelato Jessika Reznicek, leader di "Occupy Des Moines" e di "Occupy Caucus". Ma nessuno, assicurano i militanti, cercherà di impedire con la forza agli elettori di esercitare il proprio diritto.

Stesso slogan di Wall Street

L'elettorato medio dell'Iowa è ben distante dal modo di sentire e ragionare dei militanti di Occupy. Ma loro non demordono e intendono spiegare le proprie ragioni. Con la speranza di allargare la propria base anche nel "granaio" degli Stati Uniti". E poi altrove. Lo slogan sarà lo stesso di New York: il movimento sostiene di rappresentare il 99% della popolazione, mentre tutti i candidati, nessuno escluso, rappresenta quell'1% che ha in mano la gran parte della ricchezza americana. Tra i primi candidati a finire nel mirino c'è Mitt Romney, ex finanziere, da settimane ribattezzato "Mister 1%". La protesta di Occupy preoccupa gli organizzatori del voto. Il partito repubblicano dell'Iowa per evitare possibili incidenti ha deciso di tenere i conteggi finali, la sera del 3 gennaio, in un luogo segreto.

Ricorso di Perry per la Virginia

Il governatore del Texas Rick Perry ha presentato ricorso ad un tribunale federale per poter ottenere di partecipare alle primarie in Virginia il prossimo 6 marzo, da cui è stato escluso (insieme a Gingrich) perché non ha presentato entro i termini le 10mila firme necessarie, comprese quelle di 400 elettori di ogni distretto elettorale dello Stato.

Iowa, l'ultimo sondaggio Cnn

Testa a testa serrato tra Mitt Romney e Ron Paul nel "caucus" dell'Iowa. A pochissimi giorni dalla prima vera sfida di questo lungo anno elettorale, la Cnn ha diffuso un nuovo sondaggio che registra un balzo in avanti, rispetto a tre settimane fa, da parte dell'ex governatore del Massachusetts, oggi primo con il 25%. Dietro di lui il deputato del Texas, con il 22%. Il 6 dicembre i due avevano rispettivamente il 20 e il 17%. Terzo a sorpresa Rick Santorum con il 16%, che in 20 giorni ha triplicato i suoi consensi. Crolla infine Newt Gingrich: l'ex Speaker il 6 dicembre era in testa con un significativo 33%, oggi latita al quarto posto con uno striminzito 14%. Staccati, e al momento con speranze quasi nulle, Michele Bachmann con il 9%, e Jon Huntsman con appena l'1% dei consensi.

Obama, ispanici lo rivoterebbero

Gli elettori ispanici sono sempre più scontenti della politica di Barack Obama ma nonostante questo sono pronti a votarlo di nuovo il prossimo novembre. Emerge da un sondaggio realizzato dal Pew Hispanic Center che descrive una situazione di netta debolezza dei possibili candidati repubblicani in un settore dell'elettorato americano in continua ascesa. Nonostante le critiche fatte all'amministrazione americana per non aver varato l'attesa riforma della legge sugli immigrati, ed aver adottato anzi procedure di deportazione dei clandestini forse ancora più severe della passata amministrazione, gli elettori ispanici sanno che un qualsiasi repubblicano alla Casa Bianca non potrà migliorare le cose, anzi. Così in una serie di duelli ipotetici il presidente risuta stravincente. Nello scontro con Mitt Romney, Obama si aggiudicherebbe il 68% del voto ispanico contro il 23% dell'ex governatore del Massachussets.

Un risultato praticamente analogo a quello, 69% a 23%, che avrebbe con Rick Perry, il governatore del Texas.

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