Va «in onda» la nuova Ambrosiana

È un po’ afono Franco Buzzi. Ma nonostante la voce tremula, nelle sue parole traspare un grande entusiasmo. L’entusiasmo per l’avventura che ha appena intrapreso: sostituire Gianfranco Ravasi alla guida della Biblioteca Ambrosiana. «Desidero spalancare le porte del nostro istituto - ha chiarito subito il monsignore - non solo agli studiosi, ma anche a tutte le persone che sono affascinate dal mondo della storia, del libro e della letteratura».
Ha scelto il cuore della pinacoteca Ambrosiana per presentarsi ai milanesi. Ieri, nella sala Raffaello, Buzzi ha spiegato come intende avvicinare la biblioteca alla città. Utilizzando i media innanzitutto: «All’interno delle nostre sale ospiteremo la rubrica di Andrea Bosco che andrà in onda su Raitre, durante la quale verrà presentato ogni volta un libro della nostra collezione». Nei progetti del prelato anche una trasmissione condotta da Philippe Daverio, «perché grazie alla sua capacità di comunicazione, potrebbe avvicinare un vasto pubblico alle nostre opere d’arte, presentandone ogni volta una diversa». Quindi il nuovo prefetto punta a creare un contatto sempre più stretto con le case editrici «che ogni mese, alternandosi, potrebbero scegliere la cornice della nostra sala XXIII per presentare gli ultimi libri in uscita». Presentazioni, che Buzzi vorrebbe fossero trasmesse in diretta nel sito internet della biblioteca.
Nei sogni di Buzzi, c’è «una biblioteca come fucina di ricerca, di confronto e comunicazione». In vista della nascita di due nuove accademie, ha annunciato il coinvolgimento di studiosi laici esterni: «Per l’accademia Orientale dedicata allo studio dell’Islam, del mondo indiano, cinese e per quella delle Lettere, impegnata a studiare il classicismo, il medioevo, l’umanesimo, l’età moderna e contemporanea».
Il legame tra Buzzi e la Biblioteca Ambrosiana risale al 1996, quando divenne Dottore ordinario a vita presso il Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana. La sua bibliografia conta più di 180 pubblicazioni, dalla filosofia greca alla cultura filosofica-religiosa dei secoli XV e XVI, passando per la dottrina del diritto in epoca moderna, fino all’idealismo tedesco. E proprio dalla Germania è voluta partire per inaugurare il nuovo corso della Biblioteca. Oggi, infatti, apre al pubblico la mostra di Dürer, il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. «Come leonardista - ha precisato il direttore della sovrintendenza ai beni artistici e storici di Milano, Pietro Marani - sono molto entusiasta di questa mostra, perché finalmente vedo il grande antagonista di Leonardo presentato degnamente». Era da quarant’anni che le opere dell’artista di Norimberga custodite nella Biblioteca Ambrosiana non venivano esposte tutte insieme. Le sedici incisioni di commento al libro dell’Apocalisse, invece, non erano mai state mostrate al pubblico. Eppure si deve a questo ciclo di xilografie la conoscenza della raffinatezza della sua arte incisoria, «dalle quali - spiega Marani - emerge il profondo senso religioso di Dürer».
«Ci auguriamo di riuscire a suscitare l’interesse di quante più persone possibili - ha concluso Buzzi -.

Ci piacerebbe svelare anche i luoghi segreti dell’edificio fondato dal Cardinale Federico Borromeo nel 1607». Come il «cortiletto degli spiriti magni» e i resti della antica città romana, scoperti durante gli ultimi lavori di restauro, dove «si incontravano il cardo e il decumano, centro della vita pubblica e religiosa».

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