Va in pensione la toga simbolo di Mani Pulite

Un «modello di magistrato moderno» che nei suoi provvedimenti e nei suo comportamenti ha saputo contemperare «umiltà», «riservatezza», «sobrietà» e, soprattutto, «mitezza» con «autorevolezza». Il presidente della Corte d'Appello di Milano, Giovanni Canzio, ha dipinto così Giuseppe Tarantola - ieri durante la cerimonia per il suo pensionamento - il giudice che nel 1993 aprì la stagione dei processi di Mani Pulite e chiamò a deporre per il caso Enimont gli ex segretari di Dc e Psi, Arnaldo Forlani e Bettino Craxi.


Nell'aula magna del palazzo di Giustizia, gremita di suoi colleghi ed ex colleghi tra i quali Francesco Saverio Borrelli, Tarantola - che proprio ieri ha compiuto 75 anni - è stato salutato con parole di riconoscenza ed affetto dal Presidente del Tribunale Livia Pomodoro, di cui negli ultimi anni è stato vicario, dal Procuratore Generale Manlio Minale, dal Procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati e, tra gli altri, dall'amico di sempre che lo ha succeduto alla presidenza dell'ottava sezione civile, Baldo Marescotti.

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