Va a rubare con il figlio Zingara finisce in cella

I due nomadi, visti da una vicina, hanno 40 e 15 anni e vivono nel campo di via Martirano

La mamma aveva portato il figlio per insegnarli il mestiere, solo che i ferri da lavoro erano cacciavite e scalpello, e il lavoro era molto semplice: scassinare la porta dell’appartamento e vuotarlo nel più breve tempo possibile. Ma sono stati visti da una attenta vicina che ha chiamato i carabinieri, i quali hanno ammanettato madre e figlio, che compirà 15 anni a marzo.
La segnalazione arriva nel primo pomeriggio al 112. È una signora che abita in viale Pisa 39 sente rumori sospetti provenire dal pianerottolo. A scanso di equivoci butta l’occhio allo spioncino notando appunto i due armeggiare intorno alla serratura del vicino. Da brava cittadina prende subito in mano il telefono e avverte le forze dell’ordine. Fornendo anche una sommaria descrizione dei ladri: entrambi nomadi, lei sui 40 anni il maschio più giovane, praticamente un adolescente.
Dopo pochi minuti sul posto arrivano un paio di equipaggi dell’Arma, giusto in tempo per vedere la coppia così ben descritta dalla vicina, uscire alla chetichella dal portone e prendere la direzione di piazza Siena. I carabinieri li seguono e li bloccano dopo pochi metri. Una rapida perquisizione e dalle tasche della coppia spunta tutto il necessario per l’abbisogna. Vale a dire uno scalpello, un cacciavite e un paio di guanti di gomma per non lasciare impronte digitali.
Nel dubbio che si tratti di coscienziosi artigiani, i militari chiamano la vicina per un confronto e la donna, senza alcun incertezza, li riconosce come gli aspiranti ladri di poc’anzi. Insomma, riassumendo c’è il tentato furto, la detenzione di «arnesi atti allo scasso», il tutto in «flagranza di reato»: quanto basta per le manette. I carabinieri accompagnano i due alla caserma Montebello di via Monti dove li identificano appunto per Gabriella H.

, di 40 anni, e del figlioletto Manolo, poco più che quattordicenne, comunque per la legge già imputabile. Entrambi risultano residenti al campo sosta di via Martirano. Agli investigatori non rimane che informare il magistrato di turno per chiedere il da farsi.

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