Vacanze dei politici in caserma? Ci fanno risparmiare

È stata data notizia dai giornali che l’ex presidente Ciampi e signora soggiorneranno presso una delle solite caserme o scuole di polizia o delle Guardie di finanza (non mi ricordo) del Trentino-Alto Adige ripetutamente scelte dai nostri ex presidenti della Repubblica e del Consiglio (se non erro Prodi) per le loro vacanze montane. Vi avevo già posto la questione l’anno scorso in occasione delle vacanze dell’ex presidente Cossiga, ma non ho ottenuto risposta dal dott. Granzotto. La ripropongo ora: quanti militari e/o persone e quante autovetture sono messe a disposizione degli illustri ospiti e chi paga i costi di tali soggiorni? Per quali ragioni gli ex presidenti della Repubblica non possono alloggiare in albergo o in case affittate pagando di tasca propria se vogliono passare delle vacanze nelle località più prestigiose della nostra regione?
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Povero Cossiga. In quale malaugurato momento è incappata, gentile lettrice, per chiamarlo in causa. Eh, ci mancherà, mancherà al Paese il Picconatore. Ma veniamo alle villeggiature istituzionali: crede davvero che lo scegliere quella o questa caserma o scuola allievi ufficiali per trascorrervi un paio di settimane di meritato o meno riposo costituisca, da parte degli «emeriti», un abuso a danno del cittadino? Senta qua: molti anni orsono, nel luglio del 1978, l’allora fresco di nomina presidente della Repubblica Sandro Pertini volle fare un salto nella sua Stella, cittadina ligure che gli diede i natali. Da amabile gigione qual era, fece sapere che non avrebbe usato l’aereo di Stato - un lusso e una spesa per il contribuente che non intendeva, da bravo socialista, permettersi -, ma l’aereo di linea. Pagando di tasca il biglietto per sé e per la sua signora Carla. Cosa che fece puntualmente, fra il tripudio degli ambienti «democratici» (ma non ancora «sinceramente democratici», in quanto la precisazione non sembrava, ai tempi, necessaria): questo sì, era il ritornello, è un vero presidente vicino al popolo, capace di rifiutare le pompe servendosi, per i suoi spostamenti, di mezzi popolari o comunque non esclusivi. Bene, si seppe poi che per motivi di sicurezza il Quirinale aveva acquistato, per quel volo, 93 biglietti: tanti quanti erano i posti del Dc7 esclusi quelli dei coniugi Pertini. Il presidente, insomma, viaggiò con passeggeri «finti» appartenenti alle forze dell’ordine, in un aereo che potremmo tranquillamente definire «blindato». Inutile che le dica, gentile lettrice, che quella trasferta costò dieci o venti volte il volo con l’aereo di Stato. Ma il Presidente Partigiano (che poi fece presto a convertirsi alle «pompe» quirinalizie, addirittura pretendendo come auto di servizio una Maserati Quattroporte) ci fece una gran bella e democratica figura.
Questo per spiegarle, gentile lettrice, che per certe alte personalità alle quali è imposta la scorta (che nel loro caso si traduce in un vero e proprio schieramento di forze, e non le dico il numero delle auto al seguito), la villeggiatura in caserme o in altri edifici già di per sé protetti è assai meno gravosa, per il contribuente, del soggiorno in un albergo o in un villino d’affitto. Luoghi che dovrebbero necessariamente essere presidiati giorno e notte con gran dispiego di agenti in missione.

I quali, va da sé, risultano del tutto superflui in un edificio che per sua destinazione dispone non solo di assai efficaci misure di sicurezza, ma ospita già il personale necessario alla sua salvaguardia da atti ostili. Chi dunque sceglie di trascorrere le vacanze nelle caserme o affini merita non il nostro biasimo, gentile amica, ma una volta tanto il nostro riconoscimento.

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