«Le vacanze italiane più forti della crisi»

Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla è soddisfatto. Ha appena incassato un doppio successo: il via libera ai buoni vacanze e la proroga per le concessioni demaniali marittime turistiche fino al 2015 che fa tirare il fiato ai moltissimi stabilimenti balneari a cui scadeva la concessione a fine anno. E mentre pensa al mare, snocciola i dati del turismo invernale. Che confermano il superamento della fase recessiva anche per le famiglie.
Ministro, gli italiani ritornano a viaggiare anche d’inverno?
«Esattamente. Nelle prossime vacanze di Natale circa dieci milioni e mezzo di italiani hanno deciso di andare in vacanza e ben undici milioni e mezzo sono ancora indecisi».
Sommati fanno un quarto della popolazione. Alla faccia della crisi...
«La differenza è macroscopica: tre milioni di italiani in più rispetto all’anno scorso hanno già scelto le vacanze invernali».
Destinazioni?
«I gestori hanno fatto offerte molto competitive e così in molti hanno scelto l’Italia, montagna per il 38,6%, città d’arte per il 31,6%».
Niente Maldive, dunque?
«No, otto italiani su dieci non superano il confine nazionale, un dato che è circa il doppio dell’anno scorso».
Fermiamoci al mare. Il governo ha dato una mano ai tanti concessionari di bagni di cui sono piene le nostre spiagge.
«Nel decreto legge di fine anno abbiamo prorogato per i prossimi cinque anni tutte le concessioni demaniali turistiche in scadenza, garantendo alle migliaia di operatori italiani del settore il mantenimento della propria attività».
Saranno soddisfatti quelli che gestiscono ombrelloni e sedie a sdraio.
«Il sostegno alle nostre imprese balneari è stato una priorità nella mia agenda delle politiche turistiche. Sono una grande risorsa per il nostro Paese, anche perché il mare continua ad essere il primo prodotto turistico nazionale».
Ma la Ue non aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia proprio sulle concessioni marittime?
«È vero, ma ora è stata risolta. Le norme comunitarie non prevedono il rinnovo automatico delle concessioni ed una preferenza accordata al concessionario uscente come la disciplina italiana. Secondo la Commissione europea, al momento delle scadenze tutti devono poter concorrere alla nuova assegnazione a pari condizioni».
E non le sembra un giusto criterio?
«In realtà occorre trovare un compromesso: i nostri stabilimenti balneari e le nostre spiagge hanno una tipicità unica in Europa che va tutelata».
A cosa si riferisce?
«In moltissimi bagni, ad esempio, il concessionario non si limita a sfruttare l’area ma la migliora, con le cabine, il bar o il ristorantino che piace tanto ai turisti e che crea un valore aggiunto al bagno. A fine mandato questi imprenditori devono avere la certezza di un riconoscimento degli investimenti fatti».
E per quanto riguarda i canoni?
«L’attuale disciplina dei canoni risale al governo Prodi ed è caotica. Noi vogliamo soprattutto semplificare, dare regole e garanzie certe a tutti».
Però i titolari delle concessioni spesso pagano poco allo Stato e pretendono molto dai propri clienti.
«I furbi ci sono dappertutto e ovviamente vanno perseguiti. In altre destinazioni magari i costi sono più contenuti ma il servizio non è paragonabile al nostro».
Lei è soddisfatta del rapporto prezzo-qualità in Italia?
«Non saremo mai i più economici perché siamo i migliori. E la tenuta del sistema Italia lo conferma. Quest’anno il turismo ha avuto un grosso freno in tutti i Paesi del mondo. In Italia ci siamo fermati a un meno quattro».
Che non è poco.
«È un risultato straordinario considerando la crisi internazionale. La Spagna ha subito un crollo del 9,9%, la Francia di un 14,5%, la Grecia del 22%, gli Usa del 10,5%. Sono i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo.

A noi invece è andata benissimo e questo perché il nostro sistema turistico funziona. I nostri imprenditori hanno abbassato i prezzi, l’offerta è stata molto competitiva e ora dobbiamo continuare su questa strada per il vero rilancio nel 2010».

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