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Vaccinazione: l’unico modo per prevenire l’influenza

di Luigi Cucchi

L’influenza si manifesta in Italia nel periodo invernale (tra dicembre e marzo) e si risolve nell’arco di cinque-sette giorni, anche se tosse e malessere generale possono perdurare per due o più settimane. Improvviso il manifestarsi di sintomi generali e respiratori: febbre elevata (circa tre giorni), accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, mal di gola, raffreddore e tosse non catarrale. La febbre è generalmente più elevata nelle infezioni provocate dai virus del tipo A mentre, in quelle causate da quelli del tipo B, si mantiene a livelli più bassi. Nei lattanti, in genere, la febbre non si manifesta, ma si osservano vomito e diarrea.
Il primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933, in Inghilterra (ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali sia da polli siae da suini). La frequenza con cui insorgono casi di influenza, pur essendo assai diverso da epidemia a epidemia, si aggira per lo più intorno al 10-20 per cento della popolazione generale. Il sistema di sorveglianza epidemiologica e virologica ha stimato un’incidenza nella popolazione generale pari al 5 per cento, mentre nella fascia d’età tra 0 e 14 anni, che è quella più colpita, l’incidenza è circa del 15 per cento. Durante le pandemie l’incidenza può raggiungere anche il 50 per cento della popolazione generale.
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale. Le pandemie si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili e in questo secolo sono avvenute nel 1918 (Spagnola, sottotipo H1N1), nel 1957 (Asiatica, sottotipo H2N2) e nel 1968 (Hong Kong, sottotipo H3N2). La più severa, nel 1918, ha provocato almeno 20 milioni di morti. Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza, sia perché aumentano notevolmente le probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze.


Il ministero della Salute raccomanda la vaccinazione alle persone con età maggiore di 64 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa dell’età o di patologie, come disordini cronici di tipo respiratorio o polmonare (asma compresa).

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