Politica

Vaciago: «Chi tocca gli equilibri va in galera»

da Milano

«Qui ormai si è capito che chi prova a cambiare gli equilibri va in galera, perché il messaggio è questo e quindi secondo me nel giro di qualche giorno si calmeranno tutte le bolle» ha detto ieri Giacomo Vaciago, professore di politica economica all'università Cattolica di Milano, raggiunto telefonicamente dall'Adnkronos, sui fatti che hanno coinvolto l'amministratore delegato di Bpi, Gianpiero Fiorani, e il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Secondo Vaciago una delle conseguenze di queste vicende è il semaforo rosso che ne risulterà per offensive come quella su Rcs. «A questo punto chi è che osa andare avanti con le scalate per far soldi?», si è chiesto il professore, ex sindaco ulivista di Piacenza.
Secondo Vaciago il significato politico dell'azione dei pm milanesi è chiaro: «Questa difesa è stata molto efficace: gli equilibri non si toccano e tanto meno in questi modi avventurosi, quindi adesso la smettete. Per chi vuole fare cose utili per l'Italia c'è la formula De Benedetti-Berlusconi: fate quella roba lì se volete investire nel paese», ha detto riferendosi a Cdb Web Tech il cosiddetto «fondo bipartisan», protagonista in questi giorni di un exploit borsistico e che affianca a Carlo De Benedetti la presenza come partner della Fininvest di Silvio Berlusconi oltre che del gruppo Della Valle, e, a titolo personale, di Luca Cordero di Montezemolo e Arnaldo Borghesi. «La pace fra Berlusconi e De Benedetti non è casuale. Qualcuno si è scandalizzato per questo, ma stiamo semplicemente tornando normali», ha chiosato l'economista.
Quanto al coinvolgimento nella vicenda di Palazzo Koch, per Vaciago di Banca d'Italia «ne abbiamo viste due o tre. Una del governatore, una della Vigilanza, una degli uffici. Non ce n'è più una, ce ne sono diverse».

«Non c'è bisogno di fare intercettazioni, qui hanno parlato tutti tanto» ha scherzato Vaciago, secondo cui «i giudici hanno scoperto quello che gli italiani già sapevano: che avremmo fatto carte false per difendere l'italianità delle banche».

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