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«Vade retro, era solo una brutta mostra»

Adamo (Ulivo): «Chiederemo alla giunta di fare un passo indietro»

Adesso, tutti la vogliono. Napoli, Firenze, Torino: c’è la fila per ospitare la mostra-scandalo «Vade Retro-Arte e omosessualità» che, dopo il divieto ai minori e la censura a una decina di opere imposte dalla giunta comunale, ha deciso di traslocare altrove. «Si farà al 100% a Napoli, a Castel Sant’Elmo - anticipa l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi -. Mi ha chiamato uno dei più grandi sovrintendenti e critici d’arte italiani, Nicola Spinosa, la sua competenza supera quella di qualunque assessore di questa amministrazione». A Milano, assicura il curatore Eugenio Viola, «non aprirà mai più. Il sindaco ha dato prova di una politica oscurantista». Ma Letizia Moratti questa volta prende la parola. Spiega che «era solo una brutta mostra, feriva chi ha dei valori, la raffinatezza, il gusto, e la sensibilità degli omosessuali non affiorava. Abbiamo cercato di rimediarla ma il vizio era nell’origine. La nostra città sa capire e apprezzare la qualità artistica e non ha bisogno di provocazioni inutili». Una stoccata anche a Sgarbi: «Mi sono trovata - spiega - a esercitare delle responsabilità rispetto a una rassegna non curata con l’attenzione dovuta» ma «si sarebbe potuta svolgere nella nostra città, una volta tolte le immagini sacre, blasfeme e di minori». Confessa di non sentirsi ferita dalle critiche anche personali, ma di essere «dispiaciuta perché la mostra ferisce chi ha dei valori».
Proprio il sindaco era nel mirino del colorato sit-in di protesta organizzato ieri da artisti e organizzatori davanti al portone chiuso del Palazzo della Ragione dove un cartello avvisava i signori visitatori che «l’apertura della mostra è rinviata». Bambole gonfiabili, simboli fallici, manifesti raffiguranti la Moratti bendata e con la scritta «Gioca con me a “mostra cieca”». Il sindaco è stato contestato con fischi anche in serata quando, durante il concerto di Giovanni Allevi in piazza del Duomo, dal palco è stata annunciata la sua presenza tra il pubblico. Per il presidente nazionale dell’Arcigay Aurelio Mancuso «Milano ha fatto una brutta figura in Italia e nel mondo, la Moratti non è il sindaco di tutti i milanesi, non riesce a discutere con una cultura altra da quella clericale-bigotta. Un altro schiaffo dopo il patrocinio negato al festival del cinema gay. Organizzeremo a Milano una grande manifestazione a difesa della laicità e contro la censura».
Se la mostra andrà a Napoli, ironizza il capogruppo della Lega Matteo Salvini, «si vede che è adatta a Napoli, a Milano nessuno rimpiangerà questa porcheria».

Marilena Adamo, capogruppo dell’Ulivo a Palazzo Marino, sostiene invece che «sarebbe grave che la città fosse ricordata per questo atto di censura e provincialismo», e domani in consiglio chiederà alla giunta «di fare un passo indietro». Fedele al motto «purché se ne parli», il catalogo della mostra censurato e ritirato dal commercio intanto è già stato messo all’asta su eBay: prezzo di partenza, 100 euro.

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