«Vado a Sanremo per pagare il Bologna»

Bologna È il presidente onorario più vip al mondo. Gianni Morandi passerà dalla sedia del Bologna, con mezzo milione di euro versato, alla conduzione del festival. «Qui ho messo più o meno il mio compenso di organizzatore di Sanremo». Declama con orgoglio il suo curriculum Giovanni Consorte, l’intermediario ex coop rosse che ha restituito alla vita il club del capoluogo emiliano. «Ha composto 34 album, cantato in 3500 concerti, partecipato a 6 festival».
L’elenco è infinito, come le presenze al Dall’Ara. Sue e degli amici Lucio Dalla e Cesare Cremonini, in prima fila e chissà, magari, futuri soci del Bologna. «Era in ginocchio - racconta Morandi -, l’abbiamo salvato dal fallimento nell’ultimo giorno utile. La società avrà un buon futuro, molto deve tornare a splendere in città. Aspettiamo amministratori onesti».
Eccolo, l’affondo inatteso. A Flavio Delbono, il sindaco di sinistra costretto alle dimissioni a inizio anno, mentre il successore designato, Maurizio Cevenini, ha lasciato per questioni di salute eppure capeggerà un fronte di sostenitori del club. «Sono solo un tifoso, non interverrò in questioni tecniche. L’importante è che al Dall’Ara continuino a vedersi i campioni. Magari presto ci sarà un nuovo stadio».
Il presidente uscente Porcedda si è frapposto sino all’ultimo, è stato convinto alle 17,05 di ieri pomeriggio. Non voleva firmare. Un incubo per i bolognesi. «Da qui abbiamo visto scappare l’americano Tacopina e l’albanese Taci - ricorda Morandi - da Gazzoni ai Menarini, passando per Cazzola, la società ha attraversato grandi difficoltà».
Adesso i soldi abbondano: 10 milioni sono stati versati, la Segafredo del veneto Massimo Zanetti ha un fatturato di un miliardo e 200 milioni di dollari.

La prima mossa del nuovo proprietario (al 40%), ovvero la nomina di Baraldi, non è piaciuta ai tifosi e ai giocatori migliori, Viviano e Di Vaio. «Tenterò di ricomporre - spiega il manager -, fallissi in due settimane darò le dimissioni». Baraldi vorrebbe portare Sacchi: «È un amico, ma sotto contratto con la Figc. Non mettiamo limiti alla provvidenza».

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