Michele Greco
Alla Biblioteca di arte Vedica indiana Bhaktivedanta di piazza del Gesù espone una decina di opere lartista romano Giuseppe Vaglica. Larredamento della sala espositiva, decisamente in stile orientale, con immagini sacre esaltanti lantico rito vedico della Calcutta vittoriana, si combina così al piacere duna serie di opere che è indicativa di ben altri percorsi culturali. Un contrasto che non impedisce che le opere siano apprezzate e lette nella loro giusta luce.
Pur conservando inalterato il carattere artistico di dieci anni fa, il cosiddetto «savoir faire» pittorico, Vaglica è cambiato nello spirito, in quella composizione che fonde il mondo del riconoscibile formale, con quello delle campiture di fondo ambientale. Il primo, legato allapparenza, definisce lindicativo categorico, volto allesaltazione antropologica della forma. Il segno è privo di ripensamenti. Il secondo è allegoria dello spazio, ricco di colore, emozionante e meno statico del soggetto figurale, non di corredo o di supporto, ma complementare dun significato nel significante. Il valore estetico è nella fusione di questi due mondi che si completano di forme ed astrazioni in un tempo non identificabile, perché concettuale, non cronistorico, non narrativo, non episodico o descrittivo dun accadimento. Spazio e tempo in-finiti nella finitezza duna forma e nella esaltazione dei toni cromatici, musicali. Nella continua corsa di raccontare lio, lo si forma e lo si deforma, lo si rende appetibile al desiderio, allillusione di primeggiare, allinstancabile sensazione che l«ego sum» non si confonda e si affermi, che riveli a se stesso e agli altri gli enigmi della vita, il segreto delleternità.
La mostra resterà aperta fino al 25 di maggio.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.