La valanga rosa cerca gloria Putzer: «Mi basta la salute»

Karen: «Quest’anno ci sono i mondiali, ma non faccio più pronostici dopo la delusione olimpica di Torino»

Emanuela Fontana

da Roma

Un’operazione all’anca, a maggio, e poi tanto nuoto, per tentare di ritornare quest’anno la campionessa vincitrice di sette gare di Coppa del mondo, di un bronzo olimpico e di altre due medaglie ai mondiali. L’obbiettivo per la ventottenne di Nova Levante Karen Putzer sono i mondiali di Are, a febbraio, in Svezia. Anche se, precisa la poliziotta altoatesina, «ho imparato a non pormi obbiettivi troppo lontani. L’anno scorso ho puntato alle Olimpiadi ma non sono andate bene». Invece si parte da questi primi dieci giorni d'autunno di nuovo sugli sci, dopo mesi di lavoro in scarico a seguito dell’intervento svolto in artroscopia all'Hospital of Special Surgery di New York, per tentare di risollevarsi da un problema «raro per gli sciatori». Il gigante, ovvio, ma la sfida sarà anche quella del super G: «Vorrei che fosse la prima stagione in cui non mi devo fermare per problemi fisici», dice.
Karen Putzer parla della sua stagione che sta per partire con due compagne di squadre, la discesista Lucia Recchia, ventiseienne di Brunico, già argento in supergigante ai Mondiali di Bormio 2005, e alla diciottenne piemontese Camilla Borsotti, polivalente di Bardonecchia, che, dopo ottimi risultati in Coppa Europa, quest’anno tenterà tutte le discipline in Coppa del mondo.
Una delle più forti gigantiste del circo bianco è in cerca di riscatto, una solida velocista che dovrà colmare il vuoto del dopo-Kostner, la neomamma Isolde, e una mascotte tutt’altro che alle prime armi che dichiara «Faccio tutte le discipline perché mi piace fare tutto e non ho ancora deciso quale mi piace di più». Giorni fa a Roma sono state premiate durante la manifestazione Audi per lo sport, in una serata di gala organizzata a Cinecittà. Putzer, Recchia e Borsotti hanno storie diverse alle spalle, ma sono le tre scommesse, per differenti motivi, della squadra femminile azzurra di sci alpino, che punta a risultati di peso dopo le deludenti Olimpiadi. Si sono allenate in Argentina e allo Stelvio, guidate dal responsabile di Coppa del mondo della squadra 1 Markus Ortler, sotto la supervisione del ct Flavio Roda. Karen non pensa ancora alle gare: «Dobbiamo fare il punto con la terapia». C’è da capire quanto il suo fisico può reggere il carico di lavoro sugli sci, perché «un atleta deve sentirsi al 100%, ed è strano quando non ti senti così», spiega, ma le piacerebbe entrare in forma per «fine novembre, dicembre». Prima di quella data, con poco allenamento, sono quasi impossibili risultati eccezionali.
Lucia Recchia è invece determinata a essere una delle protagoniste della stagione di discesa. «Voglio vincere la mia prima gara in Coppa del mondo e puntare a risultati costanti per tutta la stagione. Oltre a difendere naturalmente la medaglia di Bormio». Molto allenamento in gigante, quest’estate, anche per le velociste, per acquisire quelle doti tecniche che, accanto alla capacità di far scivolare gli sci, possono fare la differenza nel circuito delle migliori atlete del mondo. Infine Borsotti, l’atleta che non ha davvero nulla da perdere in questa stagione d’esordio ai vertici dello sci mondiale. Per un soffio non partecipò alle Olimpiadi proprio sulle nevi di casa, perché all’ultimo i tecnici le preferirono la più anziana Annalisa Ceresa. Ora, la stagione del vero debutto. Dice che il suo modello, per lei naturalmente polivalente, è la ventiquattrenne supercampionessa croata Janica Kostelic, una delle atlete più complete della storia del circo bianco che quest’anno non gareggerà per concedersi un periodo di riposo, a cui l’accomuna, oltre alla capacità di gareggiare in tutte le discipline, dallo slalom alla discesa, anche l’esordio da giovanissime: Kostelic fece il suo debutto in Coppa del Mondo a 16 anni. Ma Camilla Borsotti tiene i piedi ben piantati a terra.

Sarebbe già felice, racconta «di piazzarmi nelle trenta un po’ in tutte le specialità» della Coppa. Ma anche Janica, alla prima stagione, fu fiera di essere entrata nelle prime 30 atlete del mondo in tre discipline all’Olimpiade di Nagano. Ai Giochi successivi del 2002 di Salt Lake City, vinse tre medaglie d’oro.

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