Nanni Scaglia
da Barcellona
Donington 2005, Barcellona 2006: 10 mesi e 24 giorni dopo, Valentino Rossi torna in pole position. «Che soddisfazione: quando riesci a ottenere qualcosa dopo tanto tempo, ti dà ancora più gusto» se la gode Valentino, autore di un giro strepitoso con le gomme morbide da tempo. «Anche l'ultimo dubbio è sciolto - continua -: con il nuovo telaio, siamo stati veloci in gara sia a Le Mans sia al Mugello, ma in prova avevamo faticato un po', mentre qui abbiamo avuto la conferma che la ciclistica rivista è competitiva pure nel singolo giro. Il chattering, la vibrazione della ruota anteriore, è sparito e sono tornato a divertirmi come una volta. Grazie alla Yamaha, che ha avuto tempi di reazione eccezionali per risolvere il problema del primo telaio 06, e alla Michelin, che ci ha dato una mano con le gomme da qualifica».
E merito, naturalmente, a Valentino, capace come nessun altro di sfruttare al massimo una moto che ha comunque ancora dei limiti, come confermano la dodicesima posizione del compagno di squadra Colin Edwards e il dato sulla velocità massima, con sette Honda davanti a tutti - compresa l'artigianale moto di Kenny Roberts -, due Suzuki e, finalmente, la Yamaha di Rossi, mediamente più lenta di 5 km/h delle RC211V cinque cilindri. «Ma l'importante è essere tornati competitivi e ormai nessuno fa più miracoli: per conquistare la pole devi essere a posto. Quest'anno è ancora più difficile che in passato, perché se hai dei problemi fai decimo, non quarto o al massimo quinto come accadeva nel 2005. Vuol dire che la Yamaha va bene».
Se Rossi può guidare come sa, se la M1 lo assiste come deve, per gli altri diventa durissima, anche in un campionato così bello e combattuto. A Barcellona, dove in passato ha già vinto sette volte con ogni tipo di moto, Valentino ha qualcosa in più e se nel singolo giro è stato velocissimo, nel passo di gara, nella costanza sulla distanza è stato addirittura straordinario. «Abbiamo lavorato bene - sottolinea - e abbiamo sempre anticipato gli altri, che sono stati costretti a inseguire fin da venerdì mattina. Siamo a posto».
Valentino ha quindi una buona occasione per ridurre lo svantaggio di 34 punti che lo separa dalla vetta della classifica, perché i principali rivali nella lotta per il titolo sono costretti a inseguire. «In effetti è una buona occasione per recuperare terreno, perché Capirossi è sesto, Hayden settimo, Melandri nono e Pedrosa undicesimo. Lo spagnolo è quello che ha il passo più veloce, ma partire così indietro non è facile per nessuno. Tra me e loro ci sono tanti piloti con le gomme Bridgestone (Hopkins, Vermeulen e Nakano, ndr), che non sono facili da superare. Lo so bene io che in Turchia e in Cina ho dovuto faticare un bel po' per passarli: spero che tengano dietro più a lungo possibile quelli che possono essere più veloci alla fine».
Insomma, per Rossi c'è la concreta possibilità di scappare, di imporre un ritmo insostenibile per chi è costretto a scattare dalle retrovie. Con Capirossi in difficoltà con gomme Bridgestone che sulla Ducati faticano ad adattarsi a questo tracciato, con Melandri attardato da una scivolata e da una messa a punto che non lo soddisfa, con Hayden sempre un po' in affanno a Barcellona, il rivale più pericoloso per Valentino potrebbe essere veramente Pedrosa, che però partirà solamente dalla quarta fila; Daniel in prova ha mostrato un ritmo impressionante, ma per lui non sarà comunque facile andare a infastidire il campione.
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