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Valerie Plame, una spia senza futuro

Valerie Plame, una spia senza futuro

Manila Alfano

Valerie Plame è diventata - suo malgrado - la spia più famosa del mondo, travolta dallo scandalo Cia-gate. La sua carriera come agente segreto, durata poco meno di ventanni, è finita, stroncata nel luglio del 2003 dall’editorialista Robert Novak che rivela la sua identità. Valerie Plame è rimasta sola, non può parlare pubblicamente, ma sa di non poter proseguire alla Cia. Saltata la sua copertura, i suoi contatti e le sue amicizie, ora deve fare i conti con un futuro incerto. Secondo il legale del marito della Plame «l’outing sulla sua identità ha devastato Valerie, e la sua famiglia corre dei rischi». Nel 2006 saranno vent’anni che la donna lavora per la Cia: avrebbe diritto alla pensione per i suoi servigi prestati nell’ombra, ma non otterrà alcun riconoscimento se non resterà in servizio fino all’età di 50 anni. «Ora - dice una sua amica - vorrebbe stare con i bambini, fare la mamma».
Larry Johnson, l’ex analista della Cia che è stato suo compagno di corso negli anni dell’addestramento 1985-86, dice: «Per il lavoro che svolge la Cia, la Plame è diventata come una lebbrosa, una radioattiva. In alcuni casi la gente in sede la evita, in altri casi non sa che dire. E se nell’agenzia - prosegue Johnson - la Plame avrebbe potuto svolgere diverse mansioni, a questo punto cosa potrebbe fare, forse mettersi il distintivo e dire “salve, io lavoro per la Cia”?». Jane Harman, membro della commissione sui servizi di sicurezza, commenta: «Spifferare la copertura di un agente è considerato un peccato mortale nell’ambito dell’intelligence: si rischia di disperdere informazioni sensibili e di mettere a rischio le vite di alcune persone». Il procuratore Patrick J. Fitzgerald non ha incriminato nessuno per la rivelazione dell’identità dell’agente, protezione tutelata e assicurata negli Usa con una legge del 1982, mentre la Cia sta ancora valutando i danni causati dallo «smascheramento» di Valerie Plame.
Un ex alto funzionario della Cia commenta: «Si può supporre che avesse dei contatti stranieri, ora queste persone saranno nervose, considerato che le loro relazioni li mettono a rischio».
Quando la Plame conobbe il suo futuro marito, l’ambasciatore Wilson, durante un ricevimento, si presentò come un’analista nel settore dell’energia. Una storia che per anni ha raccontato ai suoi più stretti amici e ai vicini di casa.

Purtroppo per lei, in questo caso, la verità è venuta a galla.

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