«Vallanzasca non guadagni sui nostri morti»

«Basta speculare sul dolore delle vittime». L’«Associazione vittime del dovere» protesta per il paradosso che vede alcuni criminali beneficiare dei diritti cinematografici sui film che raccontano le loro «imprese». Il caso è stato sollevato in relazione al film su Vallanzasca. L’associazione chiede al governo una legge che impedisca agli autori di reati di trarre profitto dalla narrazione delle loro azioni criminose. «Una tale inibizione, che comunque salvaguarda la libertà di espressione, - dice il presidente Emanuela Piantadosi - dovrà riguardare qualunque forma e qualsiasi mezzo di diffusione (libri, opere audiovisive e teatrali) e che i proventi derivanti da narrazioni che rappresentano vite e gesta di criminali, saranno destinati ad un fondo gestito dello Stato». Il governo, dice Piantadossi, «si è impegnato fattivamente a valutare la percorribilità giuridica della normativa». Ciò, inoltre, - per i familiari - «rappresenterebbe un passo importante verso un più giusto modo di interpretare l’informazione, anche a beneficio delle giovani generazioni, troppo spesso confuse e sviate dalla rappresentazione di esempi negativi, travestiti da opere d’interesse culturale».

Il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei ha incontrato l’associazione e si è detto d’accordo: «Non stiamo parlando di un’opera di fantasia ma del racconto romanzato, tratto dall’autobiografia dei carnefici, di dolorosi fatti realmente accaduti».

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