Potenza - Proseguono le indiscrezioni e i colpi di scena sull'inchiesta "Vallettopoli", l'inchiesta condotta dalla magistratura di Potenza che ieri ha portato all'arresto di 12 persone, tra le quali il fotografo dei vip, Fabrizio Corona. L'inchiesta, da quanto si apprende dall'ordinanza del gip, è stata divisa tra le procure di Roma, Milano e Torino, oltre che di Potenza. Gli arrestati avrebbero pilotato «organismi di informazione televisivi e di stampa», dopo aver appreso «molto probabilmente anche da qualche appartenente alle Forze di Polizia dell'esistenza dell'inchiesta». È quanto scrive il gip, Alberto Iannuzzi, nell'ordinanza con la quale ha disposto l'arresto, tra gli altri, del fotografo Fabrizio Corona. «Dopo aver appreso dal calciatore Alberto Gilardino, e successivamente molto probabilmente anche da qualche appartenente alle forze di Polizia, cui peraltro in particolare il Mora fa riferimento - annota il giudice - dell'esistenza dell'inchiesta, l'associazione per delinquere in esame e i suoi membri, con una precisa e diabolica strategia, operano, avendo la possibilità di farlo, o meglio potendo contare su qualcuno che tale possibilità gli ha offerto, una precisa scelta di campo, attivando e pilotando, in modo deviato e distorto, tutti gli organismi di informazione televisivi e di stampa».
Lo scopo era, secondo gli investigatori, «scongiurare la temuta applicazione di misure cautelari personali, di cui, peraltro, lo stesso Corona parla pubblicamente e apertamente». Il Gip parla di «una sorta di tam-tam incontrollato» che consisteva nel rilasciare «interviste in ogni dove», nella scrittura di libri, «ma anche soprattutto passando ai media, sottobanco, una serie di notizie spesso imprecise e fasulle, al solo scopo di confondere le acque, creando una situazione di pubblicità del tutto apparente ed irreale».
Interrogatori: Corona non risponde «Corona - ha confermato il suo avvocato, Francesco Strano Tagliareni - si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'ho trovato tranquillo, sta bene, per quanto si possa stare bene in carcere, un ambiente che mi ha descritto e che io giudico accettabile. Domattina presenteremo ricorso al tribunale del riesame. Siamo in attesa di valutare compiutamente l'ordinanza, sotto l'aspetto soprattutto della competenza territoriale perchè ovviamente è fondamentale in questo momento».
La scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere deriva - ha spiegato l'avvocato - dal fatto che «in questo momento siamo in una condizione di estremo svantaggio. Il pubblico ministero e il giudice conoscono il processo a fondo e noi ne abbiamo appena sentito l'odore. Se non si può portare un alibi preciso, e in questo momento non si può fare, allora è meglio non rispondere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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