Vandali e barboni, le biblioteche vogliono la scorta

Fra volumi e riviste molte persone senza dimora approfittano del fresco. I responsabili chiedono presidi di polizia e sistemi di videosorveglianza

Li riconosci dai sacchetti di plastica pieni dei loro stracci. Alcuni se li stringono forte forte a sé, trascinandoli da una sala all’altra. Altri li parcheggiano davanti alle porte di vetro, sicuri che nessuno li toccherà. E infatti chi osa mettere mano in quelle cianfrusaglie? Solo loro, i barboni, gli inquilini speciali delle biblioteche rionali. Ad Affori come in Chiesa Rossa o al parco Sempione.
Entrano nelle sale lettura fin dalla mattina e ne escono solo a tarda sera. E non senza creare problemi. Molti, all’ora di chiusura, non vogliono andarsene e pernottano nelle zone circostanti. Fanno pure i loro bisogni davanti all’ingresso. E chi cerca di allontanarli si becca una serie di insulti e raramente ottiene risultati. Il personale della biblioteca non sa come trattarli, anche perché spesso si trova di fronte persone con evidenti disagi mentali o ubriachi fradici. Ma che fanno i barboni fra libri e riviste? Leggono, disturbano gli utenti, chiedono spiccioli, bevono, qualche volta dormono. Insomma, fanno proprio quello che farebbero anche per strada. Ma qui sono al riparo dalla pioggia, dal vento e anche dal caldo, grazie all’aria condizionata che garantisce loro qualche ora da passare al fresco.
Non solo barboni, però. Alcune delle 23 biblioteche rionali presenti in città sopravvivono nel degrado. Non tanto perché magari piove dentro per il pessimo stato in cui si trovano i soffitti, come succede per esempio nella splendida sede della biblioteca di Affori, all’interno di villa Litta. Quanto perché sono prese d’assalto da ladri, bulli e writer. In Chiesa Rossa, per esempio, ne sanno qualcosa: scritte sui muri e sui pannelli d’ingresso, cartelli bruciati. E pensare che la biblioteca è praticamente nuova: è stata inaugurata, dopo un copioso restauro, solo quattro anni fa, in presenza dell’allora sindaco Gabriele Albertini. È fornitissima, con i suoi dodicimila e più volumi, i dvd, le videocassette, le postazioni per la tv satellitare e per i non vedenti, il WiFi per il collegamento senza fili a internet. Ma ai bulli importa poco. Anzi, più bello vedono intorno, più si divertono a rovinarlo. Odiano l’estetica. O, cosa più probabile, sono solo dei vandali.
E così piazzano la loro firma un po’ dappertutto. Non che in altre sedi sia diverso. I furti, gli atti vandalici, le offese al personale sono all’ordine del giorno in molte biblioteche della città. In periferia, come a Lorenteggio, in via San Paolino o in via Sant’Arnaldo, ma pure nel centralissimo parco Sempione. E proprio nelle biblioteche all’interno di parchi o giardini si registrano le situazioni più problematiche. Le aree circostanti sono vere e proprie zone franche dove trova terreno fertile chi vuole compiere attività illecite di vario genere.
Una soluzione al problema sarebbe quella di predisporre un impianto di sorveglianza. Lo richiede esplicitamente Francesca Maschietto, dirigente del settore «Biblioteche Rionali», in una lettera intitolata «Richiesta di un’azione di sorveglianza da parte degli agenti di polizia locale presso alcune sedi delle biblioteche rionali di Milano». Queste sedi sono Cassina Anna, Affori, Quarto Oggiaro, Lorenteggio, Sant’Ambrogio, Chiesa Rossa e parco Sempione. In queste biblioteche «il monitoraggio delle aree esterne è totalmente assente o solo parziale». Dove non ci sono telecamere, potrebbero almeno esserci i vigili, sostiene la Maschietto. In parco Sempione, fino a pochi anni fa, era presente un presidio fisso di vigilanza urbana all’interno della stessa biblioteca. Presidio che fu poi rimosso con l’assicurazione che sarebbe stato sostituito da una puntuale azione di sorveglianza da parte della polizia municipale.

Una promessa da marinaio o giù di lì.
I mugugni della dirigenza ne sono la prova. Perché non ripristinare quel presidio o magari allargarlo alle altre biblioteche prese di mira da incivili a vario titolo? I cittadini vorrebbero leggere in santa pace.

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