Vanessa è più forte dei guai: l’argento vale una vittoria «Ora penserò al mio tendine»

MilanoLa medaglia dopo la tempesta. Vanessa Ferrari ce l'ha fatta e dopo le polemiche di sabato lascia il suo nome nell'albo di questo europeo. Il secondo gradino del podio nell'esercizio a corpo libero restituisce il sorriso alla campionessa uscente, che non ci stava a ricordare il magro nono posto ottenuto sabato nel concorso generale.
Una medaglia d'argento che fa dimenticare le accese polemiche sulla sua condizione fisica e le cure mediche (fino all'ultimo incerta la sua partecipazione per problemi al tendine di Achille) e sotterra l'ascia di guerra fra il suo coach e la federginnastica.
Il pubblico l'ha incitata come sempre, grandi applausi per salutarla, poi scende il silenzio sulle celebri note di Nessun dorma. L'esecuzione dell'esercizio è ottima, nessun errore, salvo qualche piccola sbavatura, infine il risultato: 14.675, dietro l'inglese Elizabeth Tweddle, prima anche alle parallele asimmetriche.
«Sono molto felice dell'esercizio che ho fatto - ha commentato la Ferrari subito dopo la gara - sono soddisfatta, perché quando ho finito sapevo che ci sarebbe stata una medaglia! Avrei voluto fare di più e l'ho detto al mio allenatore, ma poi non ho voluto rischiare lo Tsukahara avvitato, un salto molto difficile che avrei potuto sbagliare. Ora spero di mettere a posto il tendine e incominciare ad allenarmi come si deve!». L'emozione è grande e visti i sacrifici e il dolore al piede che la costringeva a prendere ogni giorno antidolorifici, con questa vittoria è ritornata la voglia di sorridere. Prima di andare, scherzando, dice: «Dedico questa vittoria all'esercito!», che pare le abbia proposto di entrare nel suo gruppo sportivo. L'allenatore della Brixia, Enrico Casella, quasi commosso ha detto ai giornalisti: «Vanessa è una campionessa che non è mai andata via e penso che possa ancora dare tante emozioni. Oggi si vedeva: aveva male alla caviglia e uscendo dalla pedana zoppicava sulle scalette, ma ha fatto comunque bene e il suo argento è strameritato!».
Il successo della Ferrari però rallegra solo a metà il pubblico di Milano, deluso dalla mancata medaglia di Igor Cassina alla sbarra. Per lui, un pomeriggio da dimenticare: fatali due cadute dall'attrezzo, causate forse dall'emozione, forse dalla vittoria che pregustava visti i risultati precedenti degli avversari. Cassina però l'aveva detto sabato, quando il tedesco Hambuchen era caduto bruciandosi la finale: «Anche i migliori sbagliano» e deluso ha commentato: «Io volevo la medaglia, cadere va bene, ma perdere no. Sicuramente stasera piangerò. Mi serviva per il mio pubblico, per gli amici e la famiglia, ma soprattutto serviva a me!».


Niente di fatto nemmeno per gli altri azzurri: da Pozzo, 7° al corpo libero, a Busnari, 5° nel cavallo con maniglie. Delusione soprattutto per Matteo Morandi agli anelli, che non riesce a ottenere la medaglia sperata e rimane (4°) ai piedi del podio.

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