La Vanity Fair: aristocratica o informale

Albino Boffi

Era nata nel 1930, con il nome di «modello 904», ma fu rieditata, quale vero archetipo della poltrona moderna, tanti anni dopo con il nome di «Vanity Fair». In pelle rosso fuoco, con le piccole borchie a far da decorazione e legame tra pelle e pelle, oggi questa «icona» dell'arredamento viene arricchita da una serie di fodere che ne accrescono il fascino. Tra le soluzioni proposte. «Aristocratico», con cinturini in cuoio e cuciture in contrasto ad impreziosire la lana spinata della fodera, in una nuova interpretazione delle atmosfere nobili e ovattate delle club house britanniche. Negli stessi materiali sono disponibili anche i cuscini in due dimensioni e un'originale chiusura a pochette con zip a larghi profili in pelle. «Informale», per il trattamento del «tinto in capo» della fodera i canvas di lino e cotone particolarmente morbida e impercettibilmente froissé.
Dalle tonalità delavé dell'indaco, khaki, banana, verde militare e malva. Un'ampia tasca portaoggetti, con profili in cuoio sul retro, la rende pratica come un jeans. «Vintage», più colorata e primaverile. Fodera in cotone stampate con disegno esclusivo. È l'interpretazione attuale delle fantasie di foulard e accessori che hanno caratterizzato gli anni Settanta. Disponibili i cuscini che ripropongono la stessa stampa e chiusura a pochette in cuoio naturale e zip. Tre volti per un pezzo d'arredo che ha fatto la storia italiana in questo campo. Per informazioni, tel. 0733.

9091.

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