Vanzina a caccia nel Web di nuovi comici fai-da-te

Vanzina a caccia nel Web di nuovi comici fai-da-te

Cercano la Rete, i fratelli Vanzina, e vogliono fare gol. Perché la Rete è democratica e i Vanzina sono due vecchie volpi, rotte a tutto. Così, ecco il bicchiere: sarà mezzo pieno, o mezzo vuoto? Al centro della scena, mentre il festival si preoccupa per l’infarto di Pupi Avati (e giù coincidenze: il suo film in concorso s’intitola Il cuore grande delle ragazze), irrompe una speranza. Tutti possono essere Checco Zalone, basta che si riprendano con una telecamerina o un cellulare. E basta che raccontino una barzelletta, una facezia, un’idiozia buona per ridere. Si tratta di un progetto comico-sperimentale e basterà filmarsi, per un minimo di 30 secondi e un massimo di 3 minuti, onde essere supervisionati e, forse, scelti dagli scaltri figli di Steno. I nuovi comici di YouTube, come s’intitola l’erigenda serie web, sponsorizzata dalla Canon con il patrocinio della romana Nuct (Scuola Internazionale di Cinema e Televisione), sarà il cavallo di Troia, che entra nella città proibita del divismo digitale. E che lancia nell’empireo cinematografico lo sconosciuto di Bitonto, o l’ignota di Cantù. Spedite, dunque, a nuct@nuovicomici.it e che Dio ve la mandi buona. «Mentre qui, all’Auditorium, si celebra con enfasi la forza del cinema, si omette di dire che le sale hanno un calo del 35% e che, all’appello, mancano i giovani. Io, invece, voglio raccontare chi sono i giovani italiani d’oggi. Né vado sulle orme di Zelig, o Colorado, trasmissioni che fanno la prima scelta e poi spremono e abbandonano i personaggi», attacca Enrico Vanzina, che tuttavia ammette d’ignorare Facebook e Twitter. «Da anni, con mio fratello, consigliamo l’industria cinematografica d’investire sui talenti a livello nazionale, ma non ci ascoltano. Così, col massimo di democrazia che la rete permette, cercheremo i nuovi personaggi buffi di oggi da lanciare in telestrisce, o piccoli corti, da mandarsi sul web in primavera».
Detta così, suona bene. Ma non sarà che Carlo ed Enrico Vanzina, finita la benzina delle idee, adesso usano un grande contenitore per raccogliere linfa nuova? «Saremo criticati, lo so. Ma quest’estate il tormentone di “Ostia Beach” m’ha fatto riflettere: ci vuole un nuovo modo di parlare, nuove regole formali. E poi, che è questa storia di rubarsi la scena, tra attori? Quando Totò capì che Sordi faceva ridere più di lui, prese a sputargli sul collo per farsi notare in Totò Re di Roma», spiega Enrico, capelli lunghi e jeans. «Il mio sogno è trovare il nuovo Diego Abatantuono, che rappresenti una realtà sociologica. Ma non prendiamoci troppo sul serio», esorta l’autore, che conobbe Andy Warhol a New York, quando lui filmava le interviste a ogni personaggio, più o meno celebre, sbarcato nella Grande Mela. «L’accumulo mi piace e il criterio è di montare il materiale ricevuto in un’ora e mezzo di film, Alla Andy Warhol, appunto». E qui si vede il bicchiere mezzo vuoto: sarà mica che i Vanzina cercano i giovani per rifare Barzellette, loro titolo di punta nel 2004, che mettendo in fila decine di barzellette, fu visto da 1.109.

593 spettatori paganti? «Quel film, sulla rete, è ancora cliccatissimo: si tratta di dargli una nuova impaginazione, magari alla Bunuel, con un collegamento surreale. Però, io voglio fare Corbucci, mica Buñuel!», precisa Enrico, giustamente piccato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica