Il variabile costa ancora di meno Ma è il fisso a dare più garanzie

Tasso fisso o tasso variabile? Il rovello per chi si accinge a un acquisto immobiliare è d’obbligo e in tempi di forte volatilità finanziaria la scelta non è certamente semplice. Da un lato c’è la forte differenza tra la rata a tasso fisso e quella a tasso variabile. Ovviamente è molto più conveniente la seconda dato che il tasso che si può spuntare sul mercato per un prestito di 100mila euro a dieci anni si aggira sul 2,5%. Sul variabile invece il rendimento arriva già intorno al 4,3% ma ovviamente in questo caso non ci sono rischi o brutte sorprese se l’economia fa le bizze e i tassi dovessero salire.
«In questo momento - ha spiegato Roberto Anedda vice presidente di MutuiOnline uno dei maggiori siti per la comparazione delle migliori offerte sul mercato dei mutui- è davvero difficile dare un consiglio. Non c’è dubbio comunque che se il mutuo è già in corso e l’estinzione è prevista nei prossimi tre o quattro anni conviene tenere la rata variabile mentre se si vuole fare un mutuo magari a 30 anni e non si ha propriamente l’animo del giocatore d’azzardo ma si vogliono dormire sonni tranquilli, conviene optare per il fisso.

Per i prossimi due o tre anni comunque il tasso variabile sarà ancora più conveniente di quello fisso. Ma forse la convenienza del variabile si spingerà oltre perché, data la crisi in corso, molto probabilmente, non sarà toccato il costo del denaro ancora per qualche anno».

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