Vasco Rossi, arrivano una serie e un inedito

Vasco Rossi,  arrivano una serie e un inedito
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Lui si definisce «un supervissuto perché ho vissuto intensamente tutta la mia vita... sempre al massimo... restando sveglio per lunghe notti alla ricerca delle parole giuste e delle musiche che arrivassero al cuore delle persone». E non a caso la docuserie che esce domani 27 settembre su Netflix si intitola proprio Vasco Rossi - Il supervissuto. Per celebrarla, Vasco ha registrato pure un brano inedito che è perfettamente in linea con il suo repertorio. Gli sbagli che fai ha le parole giuste per riassumere, se possibile, una esistenza di rara intensità come quella di Vasco Rossi, 71 anni. Un'esistenza «a cercar di correggere gli sbagli che fai per accorgerti poi che alla fine comunque lo sai che ne rifarai». E poi c'è la chitarra, la chitarra tipica di Vasco, graffiante e malinconica, in questo caso molto anni '80 ma virtuosa al punto giusto.

Gli episodi de Il supervissuto sono stati quasi tutti girati durante i due anni di pandemia nei rari momenti in cui era possibile voltarsi indietro e ripercorrere gli attimi più decisivi di vita e carriera. Da Zocca a Los Angeles. Dalle fasi più difficili alle testimonianze degli amici o di chi lo conosce bene da tanti anni. Insomma, questa docuserie scritta anche dal fidato Pepsy Romanoff che la dirige anche, è una celebrazione della rockstar più rockstar di tutte qui in Italia, quella che ha mescolato la lezione del grande cantautorato con gli stilemi musicali ed esistenziali del vero rock farcito «dagli sbagli che fai» ma anche da straordinaria intensità emotiva e, soprattutto, dalla capacità di restare al di fuori delle mode. Anche in questa serie si può cogliere che tanti dei classici di Vasco non hanno età, magari nella versione originale mostrano un po' di rughe nella produzione ma restano attualissimi anche dopo decenni. Merito di una rockstar che è riuscita a restare al centro dell'attualità anche vivendone spesso lontano, magari in California oppure a casa propria lontano dai riflettori.

E così oggi, quando canta che «non ho ancora capito

se sono tornato in me», Vasco celebra la propria inguaribile e meravigliosa «vaschitudine», ossia la capacità di essere come il barone rampante di Calvino che vive staccato dalla terra ma la sa raccontare meglio di tutti.

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