Città del Vaticano - A una settimana dagli ultimi rimpatri da parte dell'Italia verso la Libia di barconi di africani illegali, e mentre il Senato si appresta ad approvare il reato di immigrazione clandestina già passato alla Camera, il nuovo "ministro" vaticano per i migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò, lancia un appello ai politici e alla società italiani affinché cambino atteggiamento nei confronti degli stranieri. L'occasione è la Festa dei Popoli, manifestazione delle comunità di immigrati nella capitale, promossa dai missionari scalabriniani in collaborazione con il Vicariato di Roma, che ogni anno si tiene a San Giovanni. Momento forte della Festa è la messa di mezzogiorno che si celebra nella basilica del papa: una messa del tutto particolare, arricchita da una presenza spiccatamente multietnica, con donne africane, filippine, albanesi, peruviane che indossano l'abito tradizionale mentre danze, canti e ritmi di varie nazionalità, dal Congo al Brasile, accompagnano le preghiere all'interno della cattedrale. Vegliò ha preso la parola per pronunciare l'omelia, in una delle sue prime uscite pubbliche da quando è stato nominato da Benedetto XVI nuovo presidente del pontificio consiglio per i Migranti e gli Itineranti, ha subito chiarito l'atteggiamento che la Chiesa promuove nei confronti degli immigrati, in particolare in Italia: "Vi assicuriamo tutto il nostro impegno perché assumano occhi nuovi e diversi nei vostri confronti tutte le nostre parrocchie e tutte le comunità cristiane, i responsabili della politica, delle amministrazioni centrali e locali, dell'informazione, dell'opinione pubblica, di tutta la cittadinanza". "Meritate rispetto - ha aggiunto -, ammirazione e gratitudine. La vostra presenza è preziosa e indispensabile nelle nostre città".
Unhcr, polemica con La Russa Io non ho niente contro la signora Boldrini, non la conosco, non mi permetterei di offendere e se si è sentita offesa me ne dispiace". All'indomani delle polemiche con l'Unhcr, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, attenua i toni e si dice pronto ad un colloquio chiarificatore con la portavoce dell'organismo internazionale. Però, nel merito della polemica, ribadisce quanto già sostenuto ieri. "Continuo a dire - afferma infatti il ministro, parlando con i giornalisti a Tripoli a margine dei lavori dell'Iniziativa 5+5 - che considero più umana l'azione che stanno svolgendo meritoriamente i nostri marinai nel riaccompagnare, come vuole la legge del mare, nel porto più vicino i migranti che vengono intercettati in acque extraterritoriali, piuttosto che sottoporli ad un lungo viaggio, ad una lunga permanenza nei nostri centri di identificazione ed espulsione per poi espellerli. Non ho capito come si potesse immaginare un'azione non umanitaria da parte dei nostri marinai che stanno solo obbedendo alla legge del mare, senza porre in essere alcune azione coercitiva. Non mi è piaciuto e l'ho detto, forse con parole forti, ma lo continuo a pensare". "Faccio un po' - ha proseguito il ministro - come Mourinho: lui dice 'prendetevela con me, ma lasciate in pace la squadra'. Ecco - ha aggiunto La Russa - nel giorno della vittoria dell'Inter io sono il Mourinho della Difesa. Se volete insultate me, ma lasciate in pace i militari che svolgono azioni umanitarie, dunque, per la sinistra 'zero tituli'", ha concluso, parafrasando ancora l'allenatore dell'Inter che con queste parole aveva polemizzato con Milan e Juventus.
D'Alema: parole indecenti Per Massimo D'Alema, "l'attacco verbale del ministro della Difesa Ignazio La Russa all'Onu è indecente". A margine di un incontro alla Fiera del Libro di Torino sulla memoria del Novecento, D'Alema ha detto: "I ministri della Repubblica dovrebbero studiare le convenzioni internazionali a cui ha aderito l'Italia, a cominciare dalla Convenzione di Ginevra". Ieri il ministro La Russa ha sostenuto che l'Onu "non conta un fico" e definito l'atteggiamento dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite "disumano e criminale". Parole vergognose secondo D'Alema. "Si può combattere l'immigrazione clandestina - ha aggiunto D'Alema - rispettando i diritti umani ed i trattati internazionali".
La Contini: politica poco informata "Il problema è che la politica italiana dovrebbe essere più internazionale ed invece da un anno a questa parte è basata solo sulla politica interna. Se non si conoscono certe realtà internazionali, è naturale che poi si dicano cose del genere". Barbara Contini, esperta di cooperazione internazionale per la Farnesina, ex governatrice di Nassiriya e ora senatrice del Pdl, esprime così, interpellata dall'ANSA, il suo stupore per le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa sull'Unhcr e sulla portavoce italiana Laura Boldrini. "Credo - afferma la Contini - di essere l'unica a conoscere Laura Boldrini ed il lavoro che fa l'Unhcr mentre non ci sono contatti con la politica. Questo è un errore: bisognerebbe stare molto vicini a chi lavora con l'Onu, lavorare insieme perché solo con la conoscenza delle realtà internazionali si darebbe un contributo ad una politica italiana che dovrebbe avere più informazione e formazione sul mondo". E alla domanda sul perché lei in quanto esperta internazionale ora diventata senatrice del Pdl non dia consigli alla politica italiana, Contini ironizza: "Credo che non abbiamo bisogno di me... Sanno già tutto".
Frattini: l'Unhcr va rispettata anche se sbaglia "Le organizzazioni internazionali vanno sempre rispettate anche quando sbagliano e nel giudicare il governo in questo caso sbagliano". Interviene così il ministro degli Esteri Franco Frattini sulla questione sicurezza e le ultime polemiche tra governo e Onu sul reato di clandestinità e sui respingimenti dei migranti, secondo quanto hanno riferito ambienti vicini al ministro. Il rispetto delle regole - ha detto ancora Frattini ribadendo la bontà e la correttezza dell'azione di governo sul respingimento dei clandestini - è garanzia e tutela anche per tutti quegli immigrati regolari che hanno seguito le regole. La politica della sinistra sull'immigrazione è a scapito dell'identitàitaliana ed europea" "Noto che siamo in piena campagna elettorale - ha detto quindi il ministro - eppure si parla poco di Europa . Il tema della sicurezza deve invece divenire un impegno europeo, non puògravare solo sui paesi del mediterraneo".
L'Unhcr in Libia L'alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) è presente in Libia dal 2006 con un piccolo ufficio composto di 28 persone, tre inviate dall'estero e 25 locali, con il compito principale di consulenza al governo libico e di assistenza, nella misura del possibile, ai migranti nel paese africano. La consulenza riguarda soprattutto i passi necessari alla Libia per varare una legislazione sul diritto di asilo, che manca tuttora al paese, che non ha ancora aderito alla Convenzione internazionale di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati. L'assistenza, hanno detto fonti bene informate, viene fornita a tutti quegli immigrati che la richiedono, ma "la struttura limitata dell'Ufficio non consente assolutamente di poter vagliare sul posto le eventuali domande di asilo".
A questo riguardo le fonti hanno fatto osservare che la mancata adesione della Libia alla Convenzione internazionale del 1951 è un impedimento oggettivo alla possibilità di valutare le domande di asilo. "In ogni caso la responsabilità di questo ricade su tutti i paesi che hanno aderito, come l'Italia, hanno aderito alla Convenzione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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