Vaticano

Benedizioni gay, indietristi e Rupnik: ecco cosa ha detto (e cosa no) il Papa ai preti romani

Nell'incontro a porte chiuse coi sacerdoti di Roma, il Papa ha risposto alle domande dicendo di non benedire le associazioni Lgbt, ma..

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Quando fu eletto, la sera del 13 marzo 2013, Francesco si presentò al mondo come "vescovo di Roma". Nella gestione del Vicariato, il Papa ha avocato a sè più poteri un anno fa con la promulgazione della costituzione apostolica In Ecclesiarum Communione. Oggi, per la prima volta dall'entrata in vigore del provvedimento che ha rivoluzionato l'ordinamento del Vicariato, il Papa ha incontrato il clero romano. L'ultima volta risaliva al 7 marzo 2019.

Benedizioni gay

A San Giovanni, Francesco ha ripreso l'abitudine già vista negli incontri coi gesuiti nei luoghi visitati nei viaggi apostolici e con i sacerdoti della XXVII prefettura del settore sud di Roma a Villa Verde di ascoltare le domande dei presenti e poi rispondere. Il dialogo è avvenuto a porte chiuse ma diversi contenuti stanno cominciando a trapelare. Come riportano le agenzie, infatti, il Pontefice si è trovato a rispondere ad alcune domande su Fiducia supplicans, il discusso testo che apre alle benedizioni in chiesa di coppie di fatto ed omosessuali. Bergoglio ha dato la sua indicazione su una benedizione rivolta alle "persone, non le organizzazioni. Se viene l'associazione Lgbt no, le persone invece sempre". Non ha parlato esplicitamente di "unioni", tuttavia la possibilità di impartire benedizioni alle singole persone con inclinazione omossessuale era già ammessa prima di Fiducia supplicans. In merito alla recente lettera del cardinale Fridolin Ambongo che, a nome del simposio delle conferenze episcopali africane ha respinto la Dichiarazione per la dottrina della fede dicendo che nel continente non si procederà a fare queste benedizioni extra-liturgiche, Francesco ha spiegato che lì "la cultura non lo accetta". Un tema non casuale perchè, a quanto risulta a Il Giornale.it, nell'incontro di oggi sono stati diversi sacerdoti africani ad interrogarlo, non contenti, sulla Dichiarazione.

Le divisioni nella Chiesa

Al clero romano, Francesco non ha negato l'esistenza di divisioni all'interno della Chiesa ma non è stato tenero con chi, a suo dire, ne sarebbe responsabile. "Ci sono conflitti ma non dobbiamo perdere la capacità di stupirci vedendo l'opera di Dio", ha detto il Papa, bollando come "ultras che non si inseriscono nell'armonia" dello Spirito Santo coloro i quali li portano avanti. Bergoglio è tornato a prendersela con "le rigidità (che) non sono buone". A questo proposito, secondo quanto risulta a Il Giornale.it, Bergoglio è tornato a criticare alcune note sartorie romane per ecclesiastici, rispondendo ad un sacerdote di giovane età che la tradizione va bene, mentre quello che definisce "indietrismo" no. Questo è uno dei refrain preferiti dal Pontefice che, in una meditazione a Santa Marta nel 2016, nominando anche il negozio aveva criticato un altro giovane prete definito "un rigido mondano" perchè nel racconto riportatogli da un monsignore si stava specchiando dopo aver acquistato un mantello e un saturno.

Roma

Nell'incontro con il clero romano, si è parlato anche di Roma. Nel comunicato emesso dal Vicariato sull'incontro a porte chiuse, l'unica frase riportata dalle risposte dal Papa è proprio quella relativa ad una definizione di "terra di missione". Francesco, in base a quanto appreso da Il Giornale.it, si sarebbe poi soffermato sulla condizione dei carcerati a seguito di una domanda di un sacerdote che opera nel penitenziario di Rebibbia. Ma al Papa, secondo nostre fonti, è arrivata anche una domanda su don
Marko Ivan Rupnik, l'ex gesuita cacciato dalla Compagnia di Gesù dopo che le accuse di abusi contro di lui erano state ritenute credibili dai superiori. Il religioso, famoso per i suoi mosaici e già scomunicato per l'assoluzione di una complice nel peccato contro il sesto comandamento prima di essere riabilitato in circostanze su cui resta ancora il mistero, è stato incardinato nella diocesi di Capodistria lo scorso ottobre. Poi, a seguito delle polemiche, è stata riaperta un'indagine su di lui da parte del dicastero per la dottrina della fede. Rupnik, fondatore del Centro Aletti che ha sede proprio a Roma, è stato difeso pubblicamente dal Vicariato anche al termine di una visita canonica ad hoc che aveva persino accusato il lavoro dell'allora congregazione per la dottrina della fede finito con la scomunica successivamente ritirata. Secondo quanto appreso da Il Giornale.

it, tuttavia, dal Pontefice sarebbe arrivata una risposta vaga alla domanda sull'ex gesuita sloveno.

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