Vaticano

Bergoglio come Ratzinger: "Assicurare diritto a non dover emigrare"

Nel Messaggio per la 109esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Papa riprende la linea dei suoi predecessori e attacca i trafficanti

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Domenica 24 settembre sarà celebrata la 109esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dedicata al tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Oggi è stato diffuso il messaggio che per l'occasione ha preparato il Papa. Un messaggio accompagnato da una preghiera nella quale ha chiesto a Dio di darci la forza di spirito per "manifestare la tua tenerezza ad ogni migrante che poni sul nostro cammino".

Quel filo diretto col predecessore

Quello dei migranti è uno dei temi che sta maggiormente a cuore a Bergoglio, figlio e nipote di migranti italiani in Argentina che solo per caso non si trovavano sulla nave "Principessa Mafalda" che affondò nelle acque dell'Atlantico, di fronte al Brasile, nel 1927 provocando la morte di più di seicento persone. Ma il suo leitmotiv sulla gestione dei flussi si basa su quattro parole più volte ripetute accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

Benedetto XVI nel suo messaggio per la 99esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, scrisse parole che sono rimaste nell'immaginario collettivo e ancora oggi vengono spesso citate. “Nel contesto socio-politico attuale - sostenne Ratzinger - prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”. E il testo del suo successore diffuso oggi per la 109esima Giornata si pone proprio sulla linea di quelle parole. Francesco ha parlato chiaro, dicendo che "è necessario uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della Comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra". Secondo il Papa, si tratterebbe di un "diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza", aggiungendo anche che "fino a quando questo diritto non sarà garantito – e si tratta di un cammino lungo –– saranno ancora in molti a dover partire per cercare una vita migliore". Un appello, dunque, ai governi nazionali e agli organismi internazionali per far sì che le migraziani siano il frutto di una scelta libera a differenza - ha ricordato - della fuga della Santa Famiglia in Egitto così "come del resto non lo furono molte delle migrazioni che hanno segnato la storia del popolo d’Israele".

Il richiamo a Giovanni Paolo II

Nel Messaggio diffuso oggi non viene citato Benedetto XVI, mentre c'è spazio per un richiamo a Giovanni Paolo II menzionando quanto da lui scritto in occasione della 90esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sempre a proposito del diritto a non emigrare che va salvaguardatop costruendo "condizioni concrete di pace" permettendo alle popolazione di "vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria". Accanto a questa lettura, Francesco ha però invitato tutti ad avere "il massimo rispetto della dignità di ogni migrante", aspetto che implica la necessità di "accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri, ampliando i canali per una migrazione sicura e regolare". Parole che si coniugano con i suoi frequenti e duri appelli per il contrasto del fenomeno della tratta di esseri umani.

La partenza dalle terre d'origine, dunque, per il Papa deve diventare esclusiva espressione della volontà della persona, precisando anche che "lì dove le circostanze permettano di scegliere se migrare o restare, si dovrà comunque garantire che tale scelta sia informata e ponderata, onde evitare che tanti uomini, donne e bambini cadano vittime di rischiose illusioni o di trafficanti senza scrupoli".

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