Il cardinale anti abusi riprende il Vaticano: "Via le immagini di Rupnik"

Sean O'Malley, presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, chiede di rimuovere dai siti le opere del presunto abusatore

Il cardinale anti abusi riprende il Vaticano: "Via le immagini di Rupnik"
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Ancora una volta tocca al cardinale americano Sean O'Malley e alla sua Pontificia Commissione per la Tutela dei minori tirare le orecchie al Vaticano per la gestione della vicenda Rupnik, l'ex gesuita ed ora sacerdote diocesano a Capodistria accusato da più ex suore di abusi sessuali e psicologici nell'arco di 30 anni. Accuse a cui i superiori della Compagnia di Gesù hanno riconosciuto un "grado di credibilità (...) molto alto" decidendo la dismissione del noto mosaicista lo scorso anno. Pochi mesi dopo, però, Rupnik è stato incardinato senza problemi nella diocesi slovena di Capodistria e solamente il vibrante intervento della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, che in una lettera alle presunte vittime si è detta pronta ad affiancarle nella richiesta di una revisione procedurale alla prescrizione del procedimento, ha portato il Papa a concedere una deroga per permettere al Dicastero per la dottrina della fede di esaminare ancora il caso.

Le vittime e le opere d'arte

Sono passati otto mesi da allora, ma nulla si sa dell'esito di quest'indagine e il silenzio vaticano ha convinto una delle presunte vittime, Gloria Branciani, a metterci la faccia e raccontare in pubblico le violenze che avrebbe subito nel corso della sua frequentazione con l'ex gesuita tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Nonostante ciò e nonostante Branciani abbia raccontato del legame tra i presunti abusi e la realizzazione dei mosaici perché Rupnik "sosteneva che la sessualità viene trasformata e purificata nell’opera d’arte”, il portale dell'informazione della Santa Sede Vatican News ha continuato ad utilizzare le immagini dei lavori dell'ex gesuita nel calendario liturgico online. Una scelta su cui ha più volte il giornalista britannico Damian Thompson ha incalzato il Dicastero per la comunicazione senza ottenere spiegazioni. L'editorialista di The Spectator e autore del podcast Holy Smoke ha anche messo in evidenza sul suo profilo X come tra i funzionari del dicastero responsabile per la pubblicazione di Vatican News ci sia Natasa Govekar, coautrice di libri con Rupnik e che con lui ha condiviso il lavoro nel Centro Aletti.

Le discusse parole del prefetto

La scorsa settimana, in una conferenza dei media cattolici ad Atlante, il prefetto del Dicastero per la comunicazione Paolo Ruffini ha difeso pubblicamente la scelta di usare immagini delle opere di Rupnik per il sito ed i social di Vatican News. Rispondendo ad una domanda di Colleen Dulle, della rivista liberal dei gesuiti americani America Magazine, Ruffini ha sostenuto che "non è una risposta cristiana" la rimozione pubblica delle opere dello sloveno. Rispondendo ad un'altra domanda di Paulina Guzik di OSW News, il prefetto ha pronunciato parole che hanno fatto discutere, dicendo - a proposito della vicenda Rupnik - che "c'è una procedura in corso. Quindi dobbiamo aspettare la procedura” ed aggiungendo poi che non stiamo parlando di abusi sui minori”. Infine, Ruffini si è rivolto ai giornalisti presenti chiedendo: "Pensate che se tolgo una foto di un'opera d'arte dal nostro sito web, sarò più vicino alle vittime". Davanti al "sì" della platea, il prefetto vaticano ha detto: "Penso che vi sbagliate".

La smentita delle presunte vittime

Nei giorni successivi a questa performance, Ruffini è stato clamorosamente smentito dalle dirette interessate che, come si legge in questo tweet di Diane Montagna, tramite una lettera della loro avvocato Laura Sgrò hanno chiesto ai vescovi di tutto il mondo la rimozione dei mosaici di Rupnik dai contesti pubblici "indipendentemente da ogni procedimento in corso verso l'autore" perché la loro esposizione rappresenterebbe un trauma per coloro le quali "quotidianamente devono confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno arrecato loro".

Interviene il cardinale anti-abusi

A dare supporto alla richiesta delle presunte vittime è arrivata ora la posizione del cardinale O'Malley, noto per la sua lotta agli abusi nella Chiesa, che in una lettera ai dicasteri vaticani li ha invitati ad "esercitare prudenza pastorale" nel decidere se utilizzare le immagini di opere di presunti abusatori. Nel comunicato che ha annunciato l'iniziativa del capo della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori si afferma che "negli ultimi mesi, vittime e sopravvissuti di abusi di potere, abusi spirituali e abusi sessuali si sono rivolti al PCPM per esprimere la loro crescente frustrazione e preoccupazione per il continuo utilizzo delle opere d'arte di padre Marko Rupnik da parte di diversi uffici vaticani, compreso il Dicastero per la Comunicazione". Dunque, una tirata d'orecchie non generica ma piuttosto precisa.

Il cardinale, nella lettera ai dicasteri, si è auspicato che "la prudenza pastorale eviti di esporre opere d'arte in un modo che possa implicare un esonero o una subdola difesa" di qualsiasi presunto autore di abusi "o indicare indifferenza al dolore e alla sofferenza di così tante vittime di abusi".

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