
Non sarà facile succedere a Francesco, un pontefice che lasciato un'impronta importante nella storia della Chiesa in questi dodici anni. Questo è il momento della commozione e della preghiera per i membri del sacro collegio che si stanno già organizzando per prenotare i voli che li porteranno a Roma in occasione delle esequie papali. Poi rimarranno nell'urbe per quello che è l'appuntamento decisivo per il futuro della Chiesa: il conclave.
Il ruolo del camerlengo
Nel 2019 Francesco volle nominare camerlengo di Santa Romana Chiesa il cardinale Kevin Joseph Farrell. Un ruolo cruciale per la vita della Curia. È stato lui, non a caso, ad annunciare al mondo la notizia della morte del Pontefice argentino. In periodo di sede vacante è uno dei pochi a rimanere in carica e, anzi, a vedere accresciute le sue funzioni. Tocca al camerlengo curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede con l'aiuto di tre cardinali assistenti anche se per le questioni più importanti servirà il voto dell'intero sacro collegio. Bergoglio ha voluto che Farrell concentrasse in sè una serie significativa di poteri, ma questo lo rende anche uno dei nomi meno "papabili" in ottica conclave.
La continuità
Il cardinale Pietro Parolin, decaduto da segretario di Stato con l'inizio della sede vacante, è l'uomo a cui tutti guarderanno quando partiranno i preparativi per il conclave. Dovrebbe essere lui, in quanto cardinale vescovo primo in ordine, a svolgere le funzioni del decano all'interno della Sistina. Il decano Giovanni Battista Re e il suo vice Leonardo Sandri, infatti, hanno già superato gli 80 anni. Parolin è stato il segretario di Stato in quasi tutto il pontificato di Francesco e pur non essendo etichettato come un "bergogliano", ha condiviso le decisioni più importanti del Papa morto oggi. A lui si deve la firma dell'accordo sulla nominea dei vescovi con la Repubblica Popolare Cinese. Il porporato veneto è considerato il grande favorito a succedere a Francesco e la sua elezione sarebbe sulla linea della continuità.
Gli altri nomi
Per la malattia di Bergoglio già da tempo circolano nomi di cardinali "papabili". Uno di essi è il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, prefetto del dicastero per l’evangelizzazione ed esponente della progressista scuola di Bologna su tematiche ecclesiologiche. Il suo nome era già comparso nelle liste dei "papabili" nel 2013, ma all'epoca venne considerato troppo giovane. Il fattore età conterà in conclave. Uno dei cardinali più conosciuti è il cardinale francescano Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini molto apprezzato per la sua diplomazia e per le doti di governo, anche finanziario, che ha dimostrato in Terra Santa. La situazione geopolitica ha portato il suo nome al centro dell'attenzione mediatica più volte negli ultimi anni. Il presule lombardo ha appena 60 anni. Un altro italiano che gode di fama nel collegio è poi il capo dei vescovi e arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi.
Un altro cardinale che ha avuto modo di farsi conoscere dai suoi confratelli in questi anni per via del suo ruolo di segretario generale del Sinodo è il maltese Mario Grech. Un passato conservatore, un presente molto progressista, Grech potrebbe far valere l'idea di sinodalità che Francesco ha portato avanti nei suoi dodici anni di pontificato.
In Sistina, per pochi mesi, entrerà da elettore anche uno dei cardinali più famosi al mondo: il guineano Robert Sarah. Ma difficile che possa essere lui il primo Papa africano della storia. Le poche speranze del continente sono riposte nei nomi del cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu, assurto alle cronache per la sua opposizione alle benedizioni delle coppie omosessuali, e il cardinale ghanese Peter Turkson ormai da anni con ruoli in Curia.
Dopo il Sud America, non è escluso che il prossimo Papa possa essere di nuovo un europeo. Espressione dell'Europa secolarizzata ma che reagisce con la vivacità delle piccole comunità sono due cardinali molto stimati come l'olandese Willem Jacobus Eijk e il cardinale svedese Anders Arborelius. Quest'ultimo è nato protestante in Svizzera e si è convertito al cattolicesimo a vent'anni. Sempre europeo è un altro cardinale considerato papabile, ma più attento a temi come le migrazioni e il dialogo con l'Islam rispetto alla questione della secolarizzazione: il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia e da poco presidente della conferenza episcopale transalpina.
Intanto la macchina in preparazione delle esequie papali e poi del conclave si è già avviata con la convocazione del decano per la prima riunione domani, alle 9, in Aula del Sinodo. Una riunione aperta ai cardinali elettori ma anche a quelli ultraottuagenari che sono liberi di partecipare o meno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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