"Nessun reato". Scagionato l'ex vescovo conservatore "dimissionato" dal Papa

Archiviata l'indagine per violenza sessuale su mons. Michel Aupetit, ex arcivescovo di Parigi. Nel frattempo, però, Francesco lo ha sostituito

"Nessun reato". Scagionato l'ex vescovo conservatore "dimissionato" dal Papa

Se non si parlasse di un uomo di Chiesa a cui è imposto il precetto cristiano del perdono, si potrebbe dire che quella di monsignor Michel Aupetit è una di quelle storie per cui vale la pena utilizzare l'espressione "che grida vendetta". E d'altra parte, come sosteneva C.S. Lewis, il perdonare i propri nemici è l'unica virtù cristiana più impopolare della castità.

Un vescovo in disgrazia

I guai di monsignor Aupetit, arcivescovo di Parigi dal 2017 nonostante il profilo conservatore, sono iniziati nel novembre del 2021 con un'inchiesta del settimanale Le Point che lo accusava di aver avuto una relazione con una donna nel 2012. Due giorni dopo l'uscita della rivista, pur smentendo quanto vi si sosteneva, l'allora primate di Francia inviò le sue dimissioni in Vaticano. E Francesco, a sorpresa, le accettò. Paradossalmente, però, il Papa difese il presule sul volo di ritorno dalla visita apostolica in Grecia e Cipro sostenendo che era stato condannato dall'"opinione pubblica" e dal "chiacchiericcio".
Bergoglio, inoltre, rivelò dettagli non noti dell'accusa rivolta ad Aupetit, dandoli per assodati: "E' stata una sua mancanza contro il sesto comandamento, ma non totale. Le piccole carezze, i massaggi che faceva alla segretaria". Infine, sostenne che "un uomo al quale hanno tolto la fama così non può governare" e pur ritenendola "un'ingiustizia" annunciò di aver accettato le dimissioni "non sull'altare della verità, ma sull'altare dell'ipocrisia".

L'indagine

Ma i problemi per l'ex arcivescovo di Parigi non sono finiti con le dimissioni. Dopo il clamore della pubblicazione di Le Point e delle parole del Papa, Nel dicembre 2022, infatti, la procura parigina ha aperto su di lui un'indagine preliminare con l'ipotesi di violenza sessuale ai danni di una persona vulnerabile.

I magistrati si sono mossi dopo aver ricevuto dall'arcidiocesi di Parigi la segnalazione di una lettera arrivata alla sede arcivescovile in cui si faceva riferimento ad una presunta aggressione avvenuta diversi anni fa. Fu proprio Aupetit, ai tempi del suo mandato, ad adottare questa procedura all'insegna della tolleranza zero nei casi di potenziali abusi commessi. La presunta vittima sarebbe stata una donna sotto protezione legale proprio perché riconosciuta persona vulnerabile.

Nessun reato

Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che la procura ha chiuso il fascicolo perché "non c'è alcun reato". D'altra parte, la donna in questione ha negato la violenza sessuale e non ha presentato alcuna denuncia. Lo stesso Aupetit aveva smentito ai magistrati l'esistenza di qualsiasi relazione sentimentale con la donna tirata in ballo nella lettera inviata all'arcidiocesi. Indagine chiusa, dunque, con soddisfazione dell'avvocato che lo difendeva, Jean Reinhart che ha spiegato come il religioso ha vissuto la vicenda "con serenità perché era certo che non sarebbe stato possibile concluderla senza alcuna azione".

Tuttavia, la notizia della chiusura dell'indagine per assenza di reato è passata molto in sordina sulla stampa francese.

Le conseguenze del "chiacchiericcio"

Ma non tutto è bene quel che finisce bene. Michel Aupetit a soli 72 anni e dopo essere stato primate di Francia si ritrova a riposo nonostante un curriculum che all'indomani della sua nomina a Parigi, con la previsione di una porpora che poi non sarebbe arrivata, aveva fatto finire il suo nome tra i possibili papabili in un futuro Conclave. Matteo Matzuzzi su Il Foglio ha osservato che due anni dopo quelle dimissioni prontamente accettate dal Papa "l'accusa più grave e infamante è caduta. In compenso, un vescovo assai sgradito a certi settori della cultura parigina è stato pensionato anzitempo 'sull'altare dell'ipocrisia' 'per il chiacchiericcio'". Il chiacchiericcio che non ha colpito solo il presule ma anche le donne vicine a lui: le parole del Papa sull'aereo di ritorno da Atene avevano attirato l'attenzione sulla segretaria che avrebbe ricevuto carezze e massaggi dall'arcivescovo.

In realtà, come ha avuto modo di chiarire Aupetit, Francesco ha fatto confusione perché la segretaria - sposata e con famiglia - non c'entrava assolutamente alcunché con il comportamento che avrebbe potuto generare ambiguità e per il quale l'arcivescovo ha preferito dimettersi allo scoppio delle polemiche. Il massaggio, infatti, fu fatto ad una sua amica che soffriva di mal di schiena. Bisogna ricordare che Aupetit prima di essere ordinato sacerdote era un dottore con 11 anni di professione medica alle spalle ed anche per questo è molto legato alla figura di Jérôme Lejeune, il pediatra francese che scoprì la sindrome di Down ed è riconosciuto Venerabile dalla Chiesa cattolica (per la sua storia "Jérôme Lejeune. La libertà dello scienziato", Cantagalli, di Aude Dugast).

La segretaria, avendo accesso alla casella mail dell'arcivescovo, è entrata nella vicenda solo perché aveva potuto leggere la mail tra Aupetit e quella donna in cui probabilmente si faceva riferimento al massaggio.

La morbosità sulla vita privata dell'arcivescovo si è poi concentrata sulla teologa belga e vergine consacrata, Laetitia Calmeyn a lui legata da un rapporto di stima e di amicizia. Sebbene non avesse alcun legame con la vicenda della mail che aveva portato al passo indietro dell'arcivescovo, la donna è finita sui giornali francesi e la foto di una loro passeggiata è stata pubblicata dal settimanale The Paris Match col titolo "Monsignor Aupetit perduto per amore".

L'ingiustizia

Francesco aveva detto di considerare "un'ingiustizia" le dimissioni di Aupetit e di accettarle "sull'altare dell'ipocrisia" perché "un uomo al quale hanno tolto la fama così non può governare". La lista di vescovi su cui è forte il chiacchiericcio ma rimasti in ruoli di governo non è breve. In ogni caso, ora che la giustizia francese ha ripristinato la fama di Aupetit chiudendo l'unica indagine finora aperta su di lui, ci sarà un risarcimento "sull'altare della verità"?

Francesco è stato il Papa che ha avuto il coraggio, nel bel mezzo di una campagna mediatica ostile sul tema, di dedicare una meditazione della Via Crucis al racconto di un sacerdote ingiustamente accusato di abusi e rilasciato dopo dieci anni di detenzione. Questo tipo di ingiustizia è una forma di martirio dell'età contemporanea ed il rosso del sangue dei martiri è proprio ciò che si trova simboleggiato dal colore della porpora.

Il cardinalato ad Aupetit, mancato ai tempi del mandato a Parigi, non sarebbe un bel segnale contro il chiacchiericcio diretto a danneggiare la Chiesa, le sue donne e i suoi uomini e che spesso parte proprio dall'interno della Chiesa?

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