Vaticano

Parla il cardinale Müller: "Anche se malato, il Papa non deve dimettersi"

L'ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede rifiuta l'ipotesi di dimissioni papali e rivendica il diritto alla critica

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A chi lo bolla come “nemico” del papa, il cardinale Gerhard Ludwig Müller ha risposto con un libro che trasuda amore e fedeltà al magistero pontificio (“Il papa. Ministero e missione” edito da Cantagalli). Il prefetto emerito del dicastero per la Dottrina della fede, tuttavia, non rinuncia a parlare in spirito di parresia di tutto ciò che non va nel governo della Chiesa e non risparmia critiche dure alle autorità ecclesiastiche e a quelle politiche.

Eminenza, nel libro ricorda che quando era seminarista si ricevevano urla se considerati vicini al papa, elogi se critici. Oggi si sente nella situazione opposta?

"Io sono sempre stato difensore del papato e dei papi. Ciò che è cambiato oggi è che gli anti-papisti sono diventati super-papisti. Non per rispetto del papato come istituzione divina, ma piuttosto perché vogliono strumentalizzare Francesco per l’introduzione della loro ideologia modernista nella Chiesa. A questo scopo distinguono tra 'amici' e 'nemici' del papa."

Lei in quale delle due categorie si vede?

"Non ha senso accettare questa terminologia. Anche san Tommaso, difendendo il ruolo del papato nella Chiesa, ha sostenuto che il papa come persona umana può avere i suoi limiti e che la critica nei confronti di un superiore in determinati casi rappresenta non solo un diritto, ma addirittura un dovere."

Il ricovero di Francesco ha riaperto il dibattito sull’ipotesi di dimissioni. Un papa malato si dovrebbe dimettere?

"No. Anche in passato c’erano la vecchiaia e le malattie per papi e vescovi, ma Gesù è morto sulla croce. Non si può pensare ad un apostolo che va in pensione! Ho accettato la decisione di Benedetto XVI, ma resto convinto che la missione del Papa sia per sempre, ad vitam."

E se il papa non fosse più in grado di compiere viaggi?

"I viaggi non sono sostanziali. Pietro stesso si è qualificato come testimone delle sofferenze di Gesù. Credo che sia una buona lezione per gli anziani vedere che il papa è un uomo che soffre come noi, che supera le sofferenze con la preghiera e dando una buona testimonianza."

Oltre che della salute papale, in questi giorni si è discusso molto di temi etici dopo che il Parlamento Ue ha ripreso il governo italiano per la mancata trascrizione degli atti di nascita in cui figurano come genitori due persone dello stesso sesso. Che opinione si è fatto?

"A Bruxelles si prende di mira un governo democraticamente legittimato come quello italiano per introdurre nuovi diritti che provengono dall’applicazione di un’ideologia che distrugge la base della società e dello Stato."

Anche nella Chiesa c’è chi – come i vescovi tedeschi – chiede di aprire alla benedizione delle coppie gay. Teme uno scisma?

"I vescovi tedeschi pensano di avere la soluzione per i problemi della Chiesa nel mondo. Storicamente noi cattolici tedeschi abbiamo sofferto per la superbia dei prussiani, ora sembra che questi vescovi si siano messi a fare i 'prussiani' della Chiesa cattolica!"

A proposito di riferimenti alla storia tedesca, Lei ha rievocato l’ostilità anti-cattolica che c’era durante la Grande Guerra per gli appelli pacifisti di Benedetto XV. Francesco fa bene oggi a parlare di pace?

"La storia mostra qual è stato il risultato dell’ostinazione di Guglielmo II di negare la missione per la pace del papa. È come oggi in Ucraina: Putin non vuole ascoltare la missione del Papa! Francesco fa bene a parlare di pace, è la sua missione.

Cristo è venuto per la pace, quindi il vicario di Cristo non può che diffondere lo stesso messaggio."

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