Vaticano

Il Papa, il malore e le voci sulle dimissioni: gli scenari dopo il ricovero

Francesco ha sempre lasciato aperta la porta alle dimissioni. Ma ultimamente aveva cambiato idea...

Il Papa, il malore e le voci sulle dimissioni: gli scenari dopo il ricovero
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Dopo il malore di ieri che lo ha costretto al ricovero al Gemelli, Francesco ha trascorso la notte nel decimo piano del Policlinico. Secondo quanto appreso da Agenzia Nova, le condizioni del Pontefice sarebbero state definite dal personale sanitario buone seppur "in presenza di un quadro clinico non ottimale". Pesano l'età e gli acciacchi che in questi anni, dopo la non facile al colon dell'estate 2021, lo hanno costretto a muoversi in sedia a rotelle.

Dimissioni

Il ricovero del Papa ha riacceso il dibattito sulla possibilità di un passo indietro che lui stesso mai ha escluso. In questi dieci anni, infatti, Bergoglio ha più volte riconosciuto che Benedetto XVI, con la storica decisione del 2013, ha aperto una porta nella storia della Chiesa. Non solo: in una recente intervista, il Pontefice argentino ha confessato di aver già firmato una lettera di rinuncia poco dopo l'elezione. Le affidò all'allora cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, dicendogli: "in caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni, ce le avete già".

La situazione

Delle attuali condizioni di Francesco si sa poco. La Sala Stampa della Santa Sede ha diraramato due notte nella giornata di ieri, informando nella prima dell'approdo del Papa al Gemelli per quello che sono stati definiti controlli programmati. Poi, in serata, è stato comunicato che Bergoglio ha "un'infezione respiratoria" che "richiederà alcuni giorni di opportuna terapia medica ospedaliera". Le informazioni non ufficiali, invece, sono state in queste ore spesso contrastanti. Si è parlato di problemi cardiaci e c'è chi invece li ha smentiti. In ogni caso, è in dubbio la presenza del Pontefice alle celebrazioni pasquali.

Il governo della Chiesa

Già in questi ultimi anni Francesco ha lasciato che fosse il cardinale decano, Giovanni Battista Re a celebrare la liturgia nelle occasioni più importanti, limitandosi a leggere l'omelia. Mentre per ciò che riguarda il governo della Chiesa, il Papa non è sembrato intenzionato a delegare nonostante le difficoltà di deambulazione. Lo dimostrano recenti provvedimenti di natura accentratrice come la promulgazione della Costituzione apostolica In ecclesiarum communione circa l’ordinamento del Vicariato di Roma. Francesco, infatti, è convinto - come ha detto in un'intervista - che si governi con la testa e non con il ginocchio. È difficile che possa rinunciare al governo della Chiesa a meno di gravissimi impedimenti medici.

D'altra parte la sua opinione sulle dimissioni papali sembra anche cambiata rispetto a quanto detto dichiarato nei primi anni di pontificato.

Infatti, nel colloquio avuto durante l'ultimo viaggio apostolico in Africa, Francesco ha detto ai gesuiti locali di cedere che "il ministero del Papa sia ad vitam".

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