Una scomunica ingenerosa

C'è una contraddizione nel pensiero di Papa Francesco sui migranti: urge fermare i trafficanti di esseri umani

Una scomunica ingenerosa
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È impossibile, oltre che arrogante e quindi stupido, contestare il Papa sul suo terreno di custode della fede e delle leggi, scritte e non scritte, della Chiesa. Per cui mi limito a prendere atto delle sue parole pronunciate ieri, secondo cui «chi opera costantemente per respingere i migranti non può dirsi cristiano e commette peccato grave». Sono parole forti dirette evidentemente ai governanti europei che, chi più chi meno, sul problema dell'immigrazione hanno tutti in agenda politiche di contenimento e respingimento. Papa Francesco giustamente fa il Papa, ciò che accade dopo la prima accoglienza non lo riguarda, ha altre responsabilità. Eppure anche lui, nello stesso discorso di ieri, si fa in qualche modo carico del problema e indica una strada. Un governante buon cristiano, dice, «deve ampliare le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da varie calamità unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui». Ecco, qui il pensiero di Francesco è perfettamente sovrapponibile a quello, per esempio, del governo italiano. C'è quindi una evidente contraddizione logica: se un buon cristiano deve fermare con ogni mezzo «i criminali trafficanti di esseri umani» va da sé che, uscendo dalla teoria e scendendo nel mondo reale, deve fermare i loro barchini e combattere il fenomeno là dove si origina. Il perché mi sembra ovvio: finché chi vuole emigrare in Europa troverà più facile e veloce pagare i trafficanti invece che affidarsi ai canali ufficiali dotati di filtri per individuare i rifugiati veri da quelli falsi, beh è ovvio che non se ne uscirà mai. Non tocca ovviamente a me dare patenti di «cristianità», mi limito a ricordare come molti cristiani, alcuni dei quali elevati anche a santità, in varie epoche abbiano combattuto per difendere l'identità cristiana dell'Europa.

Ventilare se non proprio una scomunica, ma qualcosa che somiglia molto a una messa all'indice di chi oggi - laico o cattolico che sia - prova a conciliare tra mille difficoltà solidarietà, sicurezza e valori, appare un tantino ingeneroso. Anche se a parlare è il Papa.

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