Vaticano

Spuntano 5 cugini: cosa può accadere al testamento di Ratzinger

Tutte le lettere private del Papa emerito sono state distrutte: restano solo degli appunti, trasferiti alla fondazione di Ratisbona

Spuntano 5 cugini: cosa può accadere al testamento di Ratzinger

Pur essendo trascorsi quasi tre mesi dalla morte del Papa emerito Joseph Ratzinger, ancora non si è chiuso il capitolo relativo alle sue volontà testamentarie, sulle quali sta lavorando alacremente don Georg Gaenswein.

Nonostante il grande impegno, tuttavia, vi sono ancora degli aspetti da risolvere. Nel periodo in cui si sono svolti i viaggi verso Ratisbona, Markt am Inn e Pentling, dove hanno sede delle fondazioni tra cui verranno suddivise le collezioni di libri e di spartiti di Benedetto XVI, sono infatti stati identificati dei parenti lontani del Papa emerito, che per quei legami rientreranno nell'asse ereditario.

Un elemento, questo, che potrà togliere alcune castagne dal fuoco, dato che don Georg Gaenswein non aveva avuto alcuna indicazione specifica per la gestione del denaro depositato nel conto personale di Ratzinger: la mancanza di eredi diretti aveva creato qualche grattacapo, risolto in parte con l'identificazione dei lontani congiunti scoperti di recente dal Vaticano.

L'eredità di Benedetto XVI

Stando a quanto riferito da Il Messaggero, la cifra che verrà distribuita tra questi parenti non è nota. L'unica certezza è che non saranno inclusi i proventi derivanti dal copyright delle opere teologiche redatte da Benedetto XVI le quali, tradotte in tutte le lingue, sono state vendute un po' ovunque nel mondo.

"Ad un certo punto mi sono accorto che c'erano ancora dei parenti, e per me è stato interessante", racconta don Georg Gaenswein."Inizialmente pensavo fossero in vita solo due cugini e invece ci sono in tutto cinque parenti. Visto che Benedetto XVI non ha indicato esplicitamente un erede fa testo sia la legge del Vaticano che quella italiana che indica il dovere di individuare i legittimi eredi", precisa ancora. Una volta identificati, questi parenti andranno contattati. "Devo scrivere a questi cugini: per legge dovranno essere interpellati e decidere se vogliono accettare o meno l’eredità", spiega.

Come anticipato, si tratta esclusivamente di denaro, e non dei proventi derivanti dai diritti di autore dell'attività di teologo e scrittore del Papa emerito, come ricorda lo stesso don Georg. Per tutti gli altri oggetti personali, invece, Ratzinger aveva già pensato a tutto: penne, quadri, orologi e arredi liturgici andranno suddivisi tra amici e collaboratori di Benedetto XVI, tra segretari, domestici, autisti, parroci e studenti. Una casula ricamata, ad esempio, che il Papa era solito utilizzare durante le celebrazioni più importanti, è stata donata alla parrocchia di Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone, di cui l'allora cardinale Ratzinger era titolare.

Le disposizioni

Come indicato chiaramente nel testamento, tutte le lettere private sono state distrutte. Rimangono solo degli appunti, già trasferiti alla fondazione di Ratisbona. "Tra le incombenze da sbrigare c'era anche la questione delle lettere private", racconta ancora don Georg. "Gli appunti invece no, quelli li aveva ordinati lui stesso e messi da parte. Penso sia stato un peccato distruggere quei carteggi, alcuni anche importanti. Prima che morisse gliene parlai ma lui mi rispose con fermezza ripetendomi che non vi erano scappatoie. Fu irremovibile e, di conseguenza, così ho fatto", assicura.

All'interno del monastero Mater Ecclesiae in cui ha vissuto, non vi sono più oggetti o scritti appartenuti a Benedetto XVI: il materiale ha già fatto ritorno in Baviera. "Non ho più niente in mano", dice infatti don Georg. "L'ultimo libro inedito è quello che si intitola Cosa è il Cristianesimo. Se nella sede della fondazione di Ratisbona troveranno qualcosa si vedrà, ma non penso ci sia più nulla".

Per quanto concerne il futuro dell'ex segretario particolare di Papa Ratzinger, invece, ancora niente di certo. "Papa Francesco non mi ha dato ancora alcun incarico, deve riflettere e poi mi dirà.

Io sono a disposizione della Chiesa e sono leale e fedele", conclude don Georg.

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