Quell'ultimo conclave lontano dalla cappella Sistina

L'elezione del Papa avviene stabilmente nella cappella più famosa del mondo dal 1878. Prima di allora, Pio IX arrivò al soglio di Pietro nelle stanze del Quirinale

Quell'ultimo conclave lontano dalla cappella Sistina
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Da pochi giorni tutti gli occhi del mondo sono puntati verso il tetto della Cappella Sistina e verso il famoso comignolo da cui veder spuntare la fumata bianca che annuncerà l'elezione del nuovo Papa. Tutti associano la cappella del Palazzo Apostolico all'elezione del successore di Pietro, ma il primo conclave celebrato qui fu quello del 6 agosto 1492 che vide 23 cardinali eleggere Rodrigo Borgia col nome di Alessandro VI. Dal 1878 la Sistina è diventata la sede stabile per l'elezione del nuovo Pontefice. L'ultimo conclave che venne celebrato altrove fu quello del 1846.

Al Quirinale

Il conclave del 1846 fu l'ultimo a svolgersi nella reggia del Quirinale che è stata residenza di 30 Papi da Gregorio XIII a Pio IX. La processione, anzichè dalla cappella Paolina alla Sistina, si svolse dalla chiesa di San Silvestro al Quirinale alla cosiddetta manica lunga della reggia. Pio IX venne eletto nell'ultimo conclave del Quirinale a cui parteciparono solo 50 cardinali su 62, nessuno straniero. L'evento si svolse in un clima politico particolare, con l'Austria che temeva lo scoppio di moti e i movimenti liberali che speravano nell'elezione di un Pontefice capace di diventare garante dell'unificazione d'Italia. Anche in quel conclave, così come in quello che si aprirà a breve, non partecipò l'arcivescovo di Milano. Oggi monsignor Mario Delpini non entrerà in Sistina perchè Francesco non lo ha creato cardinale, all'epoca il cardinal Karl Kajetan von Gaisruck non riuscì a votare perchè arrivò a Roma con qualche giorno di ritardo.

Le votazioni

Il grande favorito della vigilia era il cardinale Luigi Lambruschini, segretario di Stato del defunto Gregorio XVI. Contro questa prospettiva si adoperò il decano del sacro collegio, il cardinale Ludovico Micara che sponsorizzò la candidatura del vescovo di Imola, il riformista Giovanni Maria Mastai Ferretti. Il presule, su cui avrebbe voluto estendere il suo veto l'imperatore austriaco se non ci fosse stato il ritardo di Gaisruck, venne eletto dopo solo quattro scrutini, nel secondo giorno di conclave. Nel primo scrutinio Lambruschini ottenne 15 voti, mentre Mastai 13. Spaventato dall'idea dell'elezione di Lambruschini, Micara trovò alleati e riuscì far convergere i due terzi degli elettori sul vescovo di Imola. Al quarto scrutinio Lambruschini scese a 10 e Mastai salì a 36. L'eletto si inginocchio ed annunciò di voler prendere il nome di Pio IX. L'annuncio al popolo romano venne ritardato alla successiva mattinata, mentre Lambruschini ebbe un malore mentre tornava nelle sue stanze.

L'equivoco

Il ritardo nell'annuncio generò un equivoco nella notte romana. In vista dell'elezione erano stati preparati tre abiti talari, di taglia piccola, media e grande. A conclave terminato, un cerimoniere scelse l'abito più piccolo e questo portò alcuni presenti a convincersi dell'elezione del cardinale Tommaso Pasquale Gizzi.

La notizia si diffuse in tutta la città, arrivò anche ai domestici che lavoravano in casa del cardinale che per la gioia spaccarono piatte e bicchieri. Qualcuno si recò a Ceccano, terrà d'origine di Gizzi, per comunicare un'elezione in realtà mai avvenuta.

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