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Svolta Leone: chiede aiuto ai cardinali

I temi anticipati da una lettera "natalizia". Al centro anche la liturgia eucaristica

Svolta Leone: chiede aiuto ai cardinali
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In questi scampoli di 2025 l'attesa in Vaticano non terminerà con la fine del periodo d'Avvento. Un'attesa più «profana», infatti, è quella per lo svolgimento del concistoro straordinario del 7 e 8 gennaio voluto da Leone XIV.

I cardinali hanno ricevuto la convocazione lo scorso 7 novembre dal decano Giovanni Battista Re e sono attesi dal Papa nel pomeriggio del primo mercoledì dell'anno e poi la mattina successiva per la concelebrazione presso l'altare della Cattedra a San Pietro. La convocazione di un concistoro straordinario rientra nelle prerogative del Pontefice e, come stabilisce il Codice di diritto canonico, avviene «quando lo suggeriscono peculiari necessità della Chiesa o la trattazione di questioni particolarmente gravi». Ciò che aveva stupito di questa convocazione era l'assenza di qualsiasi motivazione, un'anomalia rispetto al passato. Possiamo anticipare, però, che nelle prossime ore arriverà nelle cassette postali di tutti i cardinali una lettera «natalizia» del Papa nella quale verrà dettata loro l'agenda dell'atteso Concistoro. Leone XIV, infatti, ha preso carta e penna per scrivere ai suoi confratelli a cui intende restituire quell'originario ruolo di principali collaboratori nel governo della Chiesa universale fortemente ridimensionato negli anni del pontificato bergogliano. Si sa che Francesco non amava consultarsi con tutti i cardinali ma preferiva affidarsi ad un gruppo ristretto di fedelissimi: il cosiddetto C9 divenuto poi nel frattempo C6. Nel 2022 Bergoglio aveva convocato una riunione di tutti i cardinali a Roma sulla Praedicate evangelium senza però concedere troppo spazio alla discussione anche perché la costituzione apostolica con cui riformava la Curia era già entrata in vigore quasi tre mesi prima.

Lo scarso coinvolgimento del sacro collegio è stato uno dei fattori più criticati dell'eredità bergogliana nel corso delle congregazioni pre-conclave. Prevost se n'è dimostrato consapevole e, due giorni dopo l'elezione, durante il primo colloquio con i cardinali aveva espresso l'intenzione di incontrarli periodicamente, chiudendo così una stagione di oggettivo declino del collegio cardinalizio. Ormai superato il giro di boa del primo mezzo anno di pontificato, Leone XIV ha così deciso di dare concretezza a quella promessa e ai cardinali ha chiesto di prepararsi all'appuntamento del 7 e 8 gennaio 2026 rileggendo due testi di Francesco: la Evangelii gaudium e la Praedicate evangelium. Sono «compiti a casa» che, da un lato, invitano a riflettere sulla prospettiva di Chiesa e dall'altro riportano al centro il tema del rapporto tra Curia romana e gestione del potere. Nella sua lettera, Leone XIV menziona anche la sinodalità che è stata un po' il manifesto del pontificato bergogliano ma che l'attuale Pontefice declina a modo suo. Per Prevost, infatti, lo sbocco della sinodalità è la comunione. In quest'ultima chiave va letto anche l'ultimo dei temi della lettera che delinea l'agenda del prossimo Concistoro: la questione liturgica. Sappiamo come la liturgia sia diventata, specialmente dopo la promulgazione di Traditionis custodes nel 2021, il terreno di battaglia principale tra diverse sensibilità ecclesiali.

Il Concistoro di gennaio potrebbe essere così l'occasione per mettere i cardinali a confronto anche sull'atteggiamento da adottare verso i sempre più numerosi fedeli «tradizionalisti» che riconoscono il Concilio Vaticano II ma vorrebbero continuare a celebrare la cosiddetta messa tridentina.

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