Vaticano

Il testamento bomba di Ratzinger: "Contro di me un vociare assassino"

Nel volume postumo con i testi successivi al 2013, Benedetto XVI si tolse i sassolini dalle scarpe sui suoi nemici nella Chiesa

Il testamento bomba di Ratzinger: "Contro di me un vociare assassino"

"Questo volume, che raccoglie gli scritti da me composti nel monastero Mater Ecclesiae, deve essere pubblicato dopo la mia morte. Da parte mia, in vita, non voglio più pubblicare nulla". Una consegna breve ma netta, com'era nello stile di Joseph Ratzinger che la affidò in una lettera al suo biografo Elio Guerriero. Seguendo le volontà del Papa emerito, dunque, è uscito in queste settimane - edito da Mondadori - Che cos'è il Cristianesimo: Quasi un testamento spirituale, una raccolta degli scritti risalenti al periodo successivo alla rinuncia del 2013. Il libro è stato curato dallo stesso Guerriero, teologo e conoscente di Benedetto XVI, in collaborazione con il segretario particolare, monsignor Georg Gänswein.

Il volume

Come ha raccontato nella premessa Guerriero - che, tra le altre cose, è stato direttore dell'edizione italiana di Communio, rivista fondata dallo stesso Ratzinger - il progetto nacque da un incontro tra i due al Mater Ecclesiae nel 2019 successivo alle polemiche che c'erano state soprattutto in Germania per la pubblicazione del volume Ebrei e cristiani. Benedetto XVI in dialogo con il rabbino Arie Folger. Il Papa emerito acconsentì alla richiesta del teologo italiano di realizzare una raccolta dei suoi scritti risalenti al periodo in cui non era più regnante, ma - ancora colpito per gli attacchi ricevuti con l'uscita del libro del cardinale Robert Sarah a difesa del celibato sacerdotale che presentava anche un suo contributo - chiese che il volume uscisse dopo la sua morte. Scrisse Ratzinger nella lettera:

La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l'apparizione di ogni mia parola subito priovoca da parte loro un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità.

Parole che testimoniano la sofferenza del Papa emerito per le critiche di cui è stato destinatario in questi quasi dieci anni non appena diveniva pubblico un suo intervento su una qualsiasi questione. La lettera a Guerriero, peraltro, dimostra come - al contrario di quanto sostenuto da qualcuno - non è vero che Ratzinger venisse tenuto all'oscuro di ciò che accadeva nella Chiesa dal suo segretario, monsignor Gänswein.

I testi del Papa

Che cos'è il Cristianesimo: Quasi un testamento spirituale, dunque, raccoglie testi per lo più già noti sebbene Benedetto XVI abbia lavorato ulteriormente su alcuni di loro, completandoli ed abbia incluso quelli che Guerriero definisce "importanti contributi aggiuntivi come quelli sulle religioni e sulla presenza di Gesù nell'Eucaristia".

Ad esempio, Ratzinger completò il testo inviato al cardinale Robert Sarah per il suo Dal profondo del nostro cuore (edito da Cantagalli) con ulteriori riflessioni sul sacerdozio. Un altro argomento di grande attualità - soprattutto in Germania - è quello dell'intercomunione con un paragrafo dedicato al significato della comunione e l'analisi delle differenze tra la prospettiva cattolica e quella protestante nella partecipazione alla messa.

Contro il '68

Ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica è stato in questi giorni soprattutto quanto scritto da Ratzinger sulla presenza dell'omosessualità nei seminari cattolici. L'intervento fa parte del capitolo dedicato ai temi di teologia morale e fa riferimento agli ormai famosi appunti sugli abusi sessuali nella Chiesa che Benedetto XVI scrisse nel 2019 in occasione del vertice convocato da Francesco in Vaticano con i presidenti delle conferenze episcopali. Quell'articolo, pubblicato sul mensile tedesco Klerusblatt qualche mese dopo il summit con l'assenso del Pontefice regnante, attribuiva le origini del drammatico fenomeno della pedofilia compiuta dal clero al "collasso della teologia morale cattolica" che sarebbe iniziato nella Chiesa e nella società con "la rivoluzione del 1968". Nel ritratto che Ratzinger fece di questo collasso spirituale, incluse anche la formazione svilupattasi all'epoca dei candidati al sacerdozio. "In diversi seminari - scrisse il Papa emerito - si formarono 'club' omosessuali che agiscono più o meno apertamente e che chiaramente trasformano il clima nei seminari stessi". Da qui, poi passò a riportare alcune esperienze conosciute in Germania dove, ad esempio, "un vescovo, che in precedenza era stato rettore, aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici presumibilmente con l'intento di renderli in tal modo capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede".

Nell'analisi di Ratzinger, dunque, il clima che si era creato nei seminari all'indomani del '68 non aiutò la formazione dei futuri sacerdoti.

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