(...) Sensazioni di particolare gradimento per larcivescovo che rompe i rumori di fondo dellambiente marino con un ricordo: «Mi pare - dice - di essere tornato ad Ancona, quandero arcivescovo là». Poi via in successione gli altri ambienti: la casa, la città e infine il bar. Dove il cardinale ed i suoi accompagnatori si sono fermati, seduti attorno a un tavolo, per prendersi un caffè. Un bagno di realtà per chi non ha più gli occhi per vedere, in tutti gli aspetti fondamentali della vita. Per chi ha la fortuna di vedere unesperienza eccezionale e toccante. Che tale è stata anche per Tettamanzi. «Noi che ci riteniamo vedenti - ha osservato il cardinale - scopriamo qui le cose in termini più ricchi e più significativi». E poi ha rivolto il pensiero a tutti coloro che non vedono: «Ci sono ancora delle barriere tra noi e loro, barriere che vanno abbattute con decisione: sono contrarie alla dignità personale di ciascuno e soprattutto allamore che Dio ha per tutti».
Prima di lasciare la mostra il cardinale ha ringraziato il commissario dellIstituto dei ciechi Rodolfo Masto ed i suoi collaboratori: «Grazie di cuore - ha detto - perché mi avete reso possibile questo momento di comunicazione».«Vedono la realtà vera»
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