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Veleni azzurri, Cannavaro contro tutti

Come Lippi, non sa cosa farà dopo i mondiali: "Niente Juve per me, mi piacerebbe andare a Napoli ma hanno fatto altre scelte". A Materazzi: "Dello scudetto 2006 lui ha la maglia, io la medaglia"

Veleni azzurri, Cannavaro contro tutti

Torino - Inter-Juve, ancora e sempre. Pur senza Mourinho, con il campionato finito e la Champions che i nerazzurri si sono messi in tasca. Godendo e gioendo. Andando magari anche un po’ oltre, come ha fatto Materazzi indossando la solita maglia celebrativa ma anche sfottente e un po’ irriguardosa: «Rivolete anche questa?» era la scritta che appariva sul petto del difensore più tatuato d’Italia a contornare l’agognata coppa. Scontato - per chi non se ne fosse accorto - il riferimento all’esposto fatto dalla Juventus nelle scorse settimane e volto a far sì che venisse revocato lo scudetto 2006 assegnato all’Inter dopo calciopoli. Chiellini ha preferito glissare, Cannavaro no. Solito sorrisino ironico e poi giù con la risposta piccata nei confronti del suo ex compagno di nazionale: «Io ho mandato un messaggio a Marco per fargli i complimenti. Per loro è stato un anno importante ed è giusto rendere onore a chi ha fatto tanto bene. La maglietta che indossava durante i festeggiamenti? Io difendo il mio, lui difende il suo. Io ho vinto lo scudetto sul campo e a casa ho la medaglia vera: lui ha la maglia».

Punto e a capo. Perché a nessuno dei bianconeri va giù il fatto che gli interisti si vantino di quello scudetto di cartone: qualcuno fa finta di nulla, altri si espongono. Come Cannavaro, appunto. Capitano dell’Italia ancora oggi, capitano senza contratto ma con l’animo sereno. Lui come Lippi, tra l’altro: due eroi quattro anni fa - al punto che tutti li volevano - due che oggi lavorano per una miracolosa riconferma sul tetto del mondo senza sapere cosa li aspetta di qui a un mese e mezzo: «L’opzione che la Juve avrebbe potuto esercitare è scaduta - ammette il difensore - quindi al momento non so cosa farò l’anno prossimo. Napoli? Certo che mi piacerebbe, ma negli ultimi anni la società ha sempre fatto altre scelte. Certo non sarebbe un problema economico: a quello non penso ormai da un po’».

Potenza di una carriera in cui ha vinto e guadagnato milioni su milioni: «La Juve e Marotta in questi giorni hanno altri problemi, certo non sono io il primo loro pensiero e li capisco. Aspetto, non c’è alcun problema. Potrei rimanere, ma anche andare altrove: uno prende in considerazione tutto, ma è sempre una questione di rispetto e intelligenza. Quando mi diedero del mercenario, in realtà io e la società prendemmo insieme la decisione che mi portò a Madrid. Di nuovo all’estero? Potrebbe anche essere: è un’esperienza che consiglio a tutti, si imparano tante cose e il calcio è una festa. Non come da noi, dove anche nell’ultima giornata la nostra partita è stata sospesa per il lancio di bombe carta e dove si gioca alle tre di pomeriggio in estate e di notte in pieno inverno. Siamo arrivati al limite, davvero».

È invece arrivato a Sestriere e si sono subito fermati Marco Borriello (botta all’arcata sopracciliare) e Vincenzo Iaquinta, che ieri mattina ha finito anzitempo il suo allenamento a causa di una fastidiosa lombalgia senza poi lavorare con il gruppo nel pomeriggio: dopo Chiellini (solo palestra per problemi al polpaccio sinistro), un altro juventino ai box.

Vista la stagione, non può essere solo un caso.

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