nostro inviato a Bologna
«Torniamo uniti. Di questo passo si va a votare presto con questa legge elettorale e noi non possiamo più permetterci di continuare a marciare divisi». I toni aspri, da una parte e dallaltra del fronte della ex Casa delle libertà, non sono ancora archiviati. E le scorie di uno scontro verbale che ha spesso tracimato oltre gli argini del buon senso non sono ancora del tutto smaltite. Ma Silvio Berlusconi è deciso a cambiare passo e a riassumere su di sé la responsabilità del dialogo, tornando a tessere in prima persona la trama dellunità dellalleanza di centrodestra.
I fatti sono inequivocabili. Il primo segnale arriva due giorni fa quando, a sorpresa, in occasione dellincontro con i giovani dei Circoli di Marcello DellUtri, il presidente di Forza Italia lancia la proposta di un vertice «vecchio stile» con Gianfranco Fini, Umberto Bossi e Pier Ferdinando Casini da tenersi l11 o il 12 gennaio. Un gesto di buona volontà e una disponibilità allascolto delle ragioni altrui, confortata e rafforzata dalla premessa fatta dallex premier che dice a chiare lettere che per vincere è «necessario ritrovare lunità» perché Forza Italia, nonostante la costante, impetuosa crescita nei sondaggi, «da sola non può farcela a vincere le elezioni».
La dimostrazione che lapertura non è soltanto un gesto di maniera arriva nel primo pomeriggio dello stesso giorno. Alle 15, infatti, Berlusconi telefona ad Altero Matteoli per sondare gli umori di An rispetto alla sua proposta. E, in privato, dispensa altre parole di pace a uno degli uomini più vicini a Fini. «Caro Altero, dovete capire che io non ho niente contro di voi. Non possiamo continuare ad alzare i toni allinfinito. È ora di riprendere a dialogare». Il presidente dei senatori del partito di Via della Scrofa accoglie le parole del leader azzurro con soddisfazione. E replica: «Caro presidente, tu sai che siamo pronti a confrontarci in ogni momento. Ma bisogna ripartire da un programma comune. Inoltre noi non abbiamo alcuna intenzione di farci annettere né di essere messi ai margini con una legge elettorale ad hoc» continua Matteoli «quindi bisogna spazzare via ogni sospetto in tal senso. Soltanto su queste basi si può ripartire».
Berlusconi, a quel punto, si spinge oltre. E arriva a prefigurare elezioni a breve termine. «Non ho mai avuto alcuna intenzione di annettere nessuno. Ma voi dovete capire che abbiamo il dovere di stare insieme in questo momento. Guardate che io so perfettamente che i veri amici in politica sono i miei alleati di sempre. Io e Veltroni ci diamo del lei. Inoltre la ricucitura è obbligata anche perché il quadro politico rischia di precipitare.
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