Veltroni contro Maroni «Basta obbligo ai rom» «No, zitto e scusati»

Botta e risposta a distanza tra il premier ombra Walter Veltroni e il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Dal momento che l’impronta digitale sarà obbligatoria per tutti dal 2010 - ha detto ai giornalisti il leader Pd - chiediamo che venga sospesa immediatamente la norma sulle impronte digitali ai nomadi perché non ha alcun senso fare un provvedimento che riguarda solo una parte».
«Non se ne parla, perchè dovremmo ritirala? Certo, questa decisione dà più strumenti per avere le certezze che servono per garantire sicurezza. È una norma che approvo in pieno, ma che non cambia nulla rispetto all’azione che stiamo facendo», è stata l’immediata replica del titolare del Viminale. «Bisogna leggere i documenti - ha detto Maroni - la nostra è un’ordinanza che riguarda i censimenti nei campi nomadi e non contro i rom. E prevede che i censimenti si facciano attraverso rilievi fotosegnaletici, tra cui le impronte digitali». Poi l’accusa: «Veltroni si vada a rileggere - ha aggiunto l’esponente leghista - il patto per la sicurezza a Milano che Amato ha firmato durante il governo Prodi. Lì si parlava di “emergenza rom”, lì era discriminazione etnica e noi l’abbiamo corretta. Deve avere perciò la decenza di rimanere zitto e l’onestà di chiedere scusa».


Maroni ha anche ricordato a Veltroni il suo passato da sindaco della Capitale: «Probabilmente la sinistra ha un nervo scoperto perché a Roma, ma anche in altre città, l’indecenza dei campi rom è stata da loro tollerata. Solo a Roma - ha concluso il ministro - ci sono almeno 7mila minori nei campi rom abusivi. E di questi ne vanno a scuola meno di mille. Cosa ha fatto il sindaco Veltroni per mandarli a scuola?».

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