Lo chiamano «Ethnic business»: dalla danza del ventre al minimarket slavo, dal take away romeno allagenzia di pompe funebri con rito musulmano. È questa la nuova frontiera dellimprenditoria nata dalla creatività dei cittadini immigrati e dal contributo del Comune. Sono trenta le imprese vincitrici del bando comunale da un milione di euro, promosso atraverso lo strumento della legge Bersani.
«Quello rivolto ai cittadini immigrati - ha detto il sindaco Walter Veltroni - rientra in una serie di dodici bandi promossi dal Campidoglio per agevolare la nascita di piccole e medie imprese. Abbiamo intenzione di favorire, in questo modo, la massima integrazione dei cittadini immigrati nella nostra città, senza che questo significhi la cancellazione delle identità».
Ai trenta progetti imprenditoriali che lhanno spuntata tra i 186 che sono pervenuti in Campidoglio andranno agevolazioni sotto forma di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tassi agevolati per un massimo di 40mila euro ad impresa.
Le nuove attività si concentreranno soprattutto nel VI e nel IV Municipio, ma anche in altri quartieri periferici della città. «Con questo progetto - ha assicurato Paolo Carrazza, assessore alle Politiche per le periferie, lo Sviluppo locale e il Lavoro - si svilupperanno più di cento posti di lavoro».
Va ai cinesi la palma degli imprenditori stranieri più attivi: rappresentano da soli il 99 per cento. A seguire i romeni (8,4 per cento), gli egiziani (7,2 per cento), i cittadini di Marocco e Libia (5,3 e 4,5 per cento), e di Polonia e Nigeria (solo il 3 per cento).
«Qualcuno lassù ha voluto che vincessi io». Fetahi Saska, ancora non ci può credere: è stata lei la prima classificata. Una donna rom, laureata in ingegneria. Vive nel nostro Paese da cinque anni e ora potrà, finalmente, realizzare il suo sogno: aprire un minimarket dove si possono acquistare generi alimentari di origine slava, difficilmente reperibili in Italia, e musica zingara. «Ho pensato di aprire questo tipo di attività - ha spiegato Saska - perché noi rom siamo abituati a festeggiare ogni grande santo con un ricco pranzo, ma qui era difficile trovare i prodotti tipici della nostra comunità».
Limprenditoria sembra essere solo un primo passo verso lintegrazione sociale degli immigrati nel territorio. Veltroni e Carazza sono concordi nellaffermare che «gli stranieri abbiano al più presto il diritto di voto amministrativo». «Mi auguro che il Parlamento, in questo scorcio finale di legislatura - ha sottolineato Veltroni - riesca ad approvare una legge che è stata indicata come esigenza anche dal vice presidente dellattuale governo e che mi piacerebbe si traducesse da affermazione in realtà, perché gli immigrati sono cittadini che operano, lavorano, vivono nelle nostre comunità e che mandano i loro figli nelle nostre scuole. È quindi giusto e legittimo che possano decidere chi li governa e chi li amministra».
Dalla Cdl arrivano immediate le risposte alle dichiarazioni del Campidoglio.
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