Ma per Veltroni è tutto ok

Michela Giachetta

C’è chi punta sulla solidarietà. E chi sulla legalità. Chi parla con ottimismo e chi, quell’ottimismo, lo lascia fuori dall’aula, puntando su azioni concrete, a cominciare da un ampliamento dell’organico dei vigili urbani. Si parla di sicurezza in città e l’aula Giulio Cesare, convocata ieri per un consiglio straordinario sul tema, diventa il luogo in cui avanzare proposte sul «da farsi».
Apre la seduta il sindaco, che lancia la sua idea, quella di «tenere insieme repressione e prevenzione». E dà la sua definizione di «città sicura, che è innanzi tutto una città civica, dove c’è partecipazione, condivisione, progettazione comune». Si sofferma su quanto accaduto al Trullo (quartiere periferico di Roma, in cui domenica scorsa si sono scontrati con violenza romeni e romani, ndr), un «fatto grave, ma senza precedenti». E dice che sì «oggi Roma è una città sicura, serena», ma poi, per supportare la sua tesi, fa riferimento a dati del Censis che risalgono al 2004. Dichiara anche che «sicurezza significa lotta all’illegalità, ordine pubblico e controllo del territorio» ed elenca quanto compiuto in quella direzione. Nel suo discorso ci sono tanti riferimenti alle azioni compiute all’amministrazione in questi anni. Quello che manca è un «farò, faremo». E un riferimento al ruolo dei vigili urbani in città. È il prefetto Achille Serra, che interviene dopo il sindaco, a ricordare che il loro organico è fermo da dieci anni. Elenca i problemi presenti nella capitale, dall’abusivismo alla prostituzione, «per combattere la quale - dice - possiamo solo mettere le telecamere, visto che non è un reato». Non dimenticando la questione San Lorenzo, che «insorge perché ci sono i punkabbestia, un fatto sociale, da affrontare in modo diverso dalla repressione, dal momento che non commettono reato. Disturbano solo la gente, ma questo non è reato».
Non manca un accenno ai fatti del Trullo e ai romeni. Per Serra, infatti, «c’è un problema particolare dell’etnia romena, che sta creando insofferenza, ma dobbiamo cercare di inserire quelle persone, perché quando si isola, sorgono situazioni come quelle del Trullo». Il prefetto si rivolge poi alle forze politiche («Serve meno polemica e meno conflittualità») e ai romani («Abbiamo bisogno della gente»): «Solo lavorando insieme - spiega - ce la possiamo fare».
È il turno di Gianni Alemanno, il commissario della Federazione romana di An e consigliere comunale, che parla di una situazione di pre-emergenza in città, perché «esistono e crescono aree fuori dal controllo delle istituzioni». Nomina gli abusivi, i clandestini, i centri sociali occupati, segno di «un intreccio grave e complesso che grava e minaccia la vita cittadina. E per le forze dell’ordine è difficile arginare». Si rivolge poi direttamente a Veltroni: «Spesso l’hanno paragonata a Sergio Cofferati, ma il vostro atteggiamento è diverso. Là, a Bologna, c’è un richiamo alla fermezza, qui vige una tendenza all’ottimismo. Vorrei che la città non fosse costretta a pagare questo atteggiamento». Anche Davide Bordoni, consigliere comunale di Fi, sottolinea che quell’ottimismo non paga. Anzi. «Oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un passo indietro sulla sicurezza. Quella del sindaco è stata una passerella e non sono stati affrontati i problemi concreti».

Parlano poi, via via, tutti i capigruppo. Il consiglio si chiude con una mozione presentata dalla maggioranza, con cui si impegna il sindaco a sviluppare azioni concrete di mediazione sociale e dei conflitti. Per la sicurezza, si riparte da lì.

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