New YorkLa vendetta è un piatto che si serve freddo. Qualcuno forse deve averlo spiegato al nostro Danilo Gallinari, giocatore dei Denver Nuggets che lo scorso anno, dopo tre stagioni e mezzo a New York, e' stato mandato in Colorado in uno scambio che ha portato una star come Carmelo Anthony nella sua città natale: la Grande Mela. Gallinari, un altro campione di razza, non ha mai nascosto il suo disappunto per questa mossa di mercato e sabato sera finalmente è riuscito a fare quello che si era sempre proposto di raggiungere una volta di ritorno al Madison Square Garden. Grazie a 37 punti (il massimo in carriera) il milanese, che ha disputato i primi tre mesi di campionato con l'Olimpia, ha espugnato la Mecca del basket mondiale dimostrando che quanto si è sempre detto aveva un senso: non doveva lasciare New York City.
«Nello sport è difficile parlare di vendetta - ha spiegato nel dopo partita provando a gestire una marea di giornalisti americani e italiani - oggi vinci, domani perdi. Io sono contento di come ho giocato, inutile nascondere che ci tenevo a far bene».
Che effetto ha fatto ritornare a New York?
"Bello, tante emozioni che non dimentichi facilmente. Sono rimasto molto sorpreso dal saluto iniziale dei tifosi dei Knicks: mi ha fatto molto piacere. Direi senza ombra di dubbio un gran bel momento».
Due supplementari per aver ragione dei Knicks: tutto secondo copione?
«Direi proprio di no. Loro, grazie a quel campione che è Carmelo Anthony, sono stati capaci di riaprire una partita che sembrava già chiusa. Noi forse gli abbiamo concesso qualche spazio di troppo, ma quando giochi quattro partite in cinque giorni, anche la stanchezza di fa sentire».
Ha voglia di spendere un pensiero per l'Olimpia Milano?
«Sono ragazzi straordinari, secondi solo a Siena che continua a dettare leggere ma non è mai detta l'ultima parola. Gli auguro di riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio stagione».
Quanto aiuta a maturare nella Nba il fatto che i primi mesi di campionato li ha spesi in Italia?
«Sono due mondi diversi. Per me il top è stato giocare a venti minuti da casa e vivere in famiglia».
La notte di San Silvestro lei ha sbagliato il canestro decisivo da solo in contropiede contro i Los Angeles Lakers, condannando Denver alla sconfitta. Il giorno dopo ne ha messi venti riscattando i Nuggets nel "back to back" contro Kobe Bryant. Possiamo dire che la sua stagione è cambiata in meglio da quel momento?
"Sì e no. Fa parte della lunga esperienza di un giocatore fare i conti con simili errori. A volte li vedi fare, a volte ti trovi coinvolto in prima persona».
Dove possono arrivare questi Nuggets che si confermano una delle migliori squadre a ovest?
«Vogliamo il secondo turno i play-off e migliorare la prestazione dello scorso anno. Poi, si vedrà».
E Danilo Gallinari?
«Mi accontento di serate come quella di New York. Nel campionato americano le opportunita' non mancano mai».
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