Venerdì il vertice tra i candidati della CdL

Marzio Fianese

La Cdl scalda i motori in vista della sfida al Campidoglio. Si svolgerà venerdì il primo vertice tra i candidati a sindaco con l’obiettivo di mettere a punto la strategia antiveltroniana e trovare la sintesi su alcuni punti comuni del programma salvo poi lasciare ad ogni candidato la libertà di esprimere la propria specificità.
«Uniti nella diversità» è la frase di Aldo Moro che il candidato di Fi Alfredo Antoniozzi cita per descrivere la musica che i vari attori della Cdl suoneranno alle amministrative di primavera. Una musica che, con una metafora, unirà a una base comune assoli personali dei 4 competitor. «I programmi dei singoli partiti sono sostanzialmente pronti - spiega l’europarlamentare azzurro -. Venerdì metteremo insieme i punti di convergenza e poi ognuno avrà la propria specificità e diversità, altrimenti saremmo la stessa cosa».
Il primo incontro tra i candidati servirà anche a stabilire una strategia per evitare che, nella sfida a Veltroni, gli alleati si pestino i piedi a vicenda. Come è successo ieri mattina quando i vertici locali di An hanno letto, su un quotidiano, la presa di distanza di Baccini da Alemanno e Antoniozzi: «Non ho nulla a che vedere con loro - ha affermato il ministro della Funzione Pubblica -: per carità, anche simpatici ma esprimono candidature di partito mentre la mia appartiene a una logica diversa, il mio non è il progetto della coalizione ma della città». Affermazioni che hanno provocato la reazione stizzita di An: «Il ministro Baccini - replicano il coordinatore regionale Aracri e il presidente della Federazione Romana Vincenzo Piso - è ministro in quanto esponente autorevole di un partito e di una coalizione e non espressione di una bocciofila e il progetto e il programma, che dice di voler varare in beata solitudine, è a oggi espressione di un importante ma, ci perdoni, non sufficiente, 5% dell’elettorato romano». Più cauta sull’uscita del candidato Udc la posizione di Antoniozzi: «Baccini forse è stato male interpretato, non posso immaginare che pensi a un percorso di contrasto con gli alleati che troverei fuori dalle righe». Ma Baccini evidentemente non ha digerito la bacchettata di An e ieri sera dalla sua segreteria hanno fatto sapere che potrebbe disertare il vertice di venerdì «per un impegno concomitante» preso in precedenza. Polemiche a parte, su un punto, però, gli alleati sono d’accordo: l'attacco «ad personam» a Veltroni rischia di non pagare in termini di consensi elettorali mentre la linea è dare addosso ai risultati prodotti dal centrosinistra in 13 anni di governo ininterrotto della capitale, prima con Rutelli e poi con Veltroni, e giudicati negativi dalla Cdl. «Roma è oggi - spiega Antoniozzi - una città per pochi. Penso alla città della musica, del cinema, degli spettacoli, tanto belli, certo, ma lontani dai problemi dei cittadini e da temi come l’organizzazione della città, la sua umanizzazione e internazionalizzazione. Come se un amministratore di condominio non riparasse l’ascensore, non pulisse le scale ma mettesse la musica ai vari piani».

Linea che An e il suo candidato Alemanno sposano in pieno: «Roma - spiega Aracri - manca di un concetto di sviluppo nel futuro ed il risultato sono l’emergenza casa, la qualità della vita che crolla a picco, l’assenza di un piano serio di crescita economica».

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