Venezia, dove l’«ozio» è un’arte che non finisce mai

Sul Canal Grande, a Venezia, tra le antiche mura di Palazzo Barbaro, si trova uno dei più raffinati salotti italiani, quello di Franca Coin, impegnata in veste di padrona di casa e come presidente della Venice Foundation, a salvare il patrimonio artistico della città lagunare.
Un luogo magico, dove nell'Ottocento si incontravano scrittori come Henry James, pittori come Claude Monet e l'americano John Singer Sargent e dove Cole Porter, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, amava trascorrere lunghi periodi. Mondanità e cultura fuse in un intreccio di relazioni internazionali, indispensabili a raccogliere fondi da devolvere a favore della salvaguardia della città e dei Musei Civici veneziani, ai quali Venice Foundation offre un notevole supporto finanziando con fondi privati acquisizioni di opere d'arte, festival musicali, restauri di capolavori del Tiepolo e del Guardi.
Ecco dunque sbarcare sul Canal Grande personalità quali Alan Greenspan, Ted e Vicky Kennedy e il presidente onorario del Louvre Pierre Rosenberg, ospiti che condividono le crostate di frutta di casa Coin con imprenditori come Benetton, Zoppas, Caovilla e Stefanel, mecenati sensibili ai progetti della padrona di casa. Luoghi d'incontro spinti da nobili fini, come l'esclusivo salotto della duchessa Maria Luisa Gaetani dell'Aquila d'Aragona, fino all'anno scorso presidente del Comitato dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro in Lazio, oggi ambasciatrice dell'Unesco. La sua splendida villa sull'Appia Antica a Roma è sempre stata un crocevia di incontri ad altissimo livello attenti a promuovere e sostenere delicati progetti di ricerca scientifica. Immancabili premi Nobel come il professor Dulbecco e ricercatori di fama mondiale come il francese Luc Montagnier.
Nobildonna colta e sensibile, la duchessa Gaetani, ritiene che «un salotto importante debba essere un veicolo per concentrare l'attenzione su serie tematiche attuali e urgenti problemi da risolvere». A casa sua si ritrova il mondo intero. Sempre presenti tutti i rappresentanti del mondo dell'alta finanza e tra gli ospiti più recenti ricordiamo la spagnola Pilar Colón de Carvajal, discendente di Cristoforo Colombo, il principe Czartoryski, nipote del re di Spagna e proprietario del quadro di Leonardo La dama con l'ermellino, e la contessa Walderdorff, eclettica creatrice del Festival di Salisburgo. Salotti sempre attenti alle nuove tendenze, a volte «atipici», come definisce il suo la contessa Consolata Beraudo di Pralormo, impegnata con interessanti iniziative organizzate per raccogliere fondi da destinare ogni anno a enti benefici differenti. Sempre coinvolti con entusiasmo amici e ospiti di riguardo come Antonella Camerana, Evelina Christillin, le sorelle di Sonia Ghandi e la moglie di Balthus, Setsuko Klossowska de Roia.


Nel salone ovale del castello di famiglia alle porte di Torino si respirano le atmosfere dei salotti letterari di una volta, supportate dalle convinzioni della contessa che ritiene che la funzione primaria di un salotto del terzo millennio debba essere «l'esigenza di un arricchimento intellettuale», volto a ricreare quell'amore per la conversazione «di confronto e di costante aggiornamento», oggi sempre più raro.

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