Venezia, rogo alla Salute: danni a tela di Tiziano

Spento l’incendio che ieri ha colpito parte della copertura dell’edificio del seminario vicino alla Basilica della Salute. Danni al "Davide e Golia" di Tiziano: si è impregnata d’acqua. Il sovrintendente Vittorio Sgarbi ne ha subito ordinato il distacco dal soffitto

Venezia, rogo alla Salute: danni a tela di Tiziano

Venezia - Concluse le operazioni di spegnimento dell’incendio che ha interessato ieri sera una parte della copertura dell’edificio del seminario vicino alla Basilica della Salute, un primo bilancio registra danni nel complesso contenuti, ma una importante tela di Tiziano, il "Davide e Golia", si è impregnata d’acqua e il sovrintendente Vittorio Sgarbi ne ha subito ordinato il distacco dal soffitto.

Fiamme vicino alla Salute Sul posto sono intervenute tre squadre dei vigili del fuoco che in poco tempo sono riuscite prima a circoscrivere e poi a domare le fiamme che hanno interessato, in particolare, l’area di un cantiere nell’edificio i cui lavori di restauro erano stati sospesi una quindicina di giorni fa. Il fronte dell’incendio avrebbe avuto uno sviluppo di una ventina di metri lineari all’altezza del tetto. L’acqua usata per spegnere l’incendio - secondo quanto riferito dal sovrintendente, sul posto con il patriarca di Venezia Angelo Scola - avrebbe impregnato il quadro e le strutture lignee della Basilica, risparmiati dal fuoco, ma i Vigili del Fuoco sono subito intervenuti per raccogliere con apposite apparecchiature l’acqua depositata sul pavimento.

Il distacco del Davide e Golia E' stato chiesto invece alla Protezione civile di provvedere al più presto al distacco del "Davide e Golia" dal soffitto di una delle sagrestie della Basilica. L’opera era stata restaurata alcuni anni fa e doveva essere una delle opere di richiamo di una rassegna curata dallo stesso Sgarbi sul Vasari. Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha espresso preoccupazione riguardo allo stato della tela, auspicando che il governo metta presto a disposizione i finanziamenti previsti dalla legge speciale. Orsoni ha detto che la situazione "non è delle migliori", ma ha ricordato che fortunatamente si tratta di acqua dolce, presa dal sistema antincendio della città, reso possibile proprio grazie ai finanziamenti della legge speciale per Venezia.

Il sindaco ha sollecitato il governo "a non essere avaro" riguardo ai finanziamenti della legge perché senza queste risorse "la città è a rischio". A molti la colonna di fumo ha richiamato alla mente la notte del gennaio 1996, quando andò a fuoco il Teatro La Fenice; opera poi ricostruita e tornata ad essere un emblema della città lagunare.

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