«Venire a San Pietro è un atto dovuto Grazie Santo Padre, siamo con te»

Senatrice Paola Binetti perché sarà oggi in piazza San Pietro?

«Esserci è importante per tre ragioni. Prima di tutto per manifestare il mio affetto al Santo Padre, un affetto filiale e sincero, e per dirgli che siamo in tanti al suo fianco. Poi sono qui come romana per salutare il mio vescovo. Una città che il Pontefice ama anche quando sollecita i suoi amministratori a fare di più. Un gesto dovuto, casomai questa sorta di contestazione da parte di studenti e professori de La Sapienza fosse sembrata un rifiuto dei romani. Infine per riconoscere la sua parola, il suo sforzo di ricerca della verità».

Molti dissero che la manifestazione del Family day era una prova di forza, i cattolici volevano dimostrare di essere in tanti. E quella di oggi che cos’è?

«Una dimostrazione di affetto, assolutamente non una prova di forza contro qualcuno. Non siamo contro nessuno, noi siamo soltanto per l’affermazione dei nostri valori».

Ma se non fosse stata tolta la parola a Ratzinger nel giorno dell’inaugurazione dell’Anno Accademico l’appello del cardinale Ruini non ci sarebbe stato.

«Questo è ovvio.

Ma per l’Angelus di oggi era già previsto proprio il saluto alle scuole cattoliche, dunque a quei genitori, a quei docenti e a quei ragazzi che integrano lo sforzo educativo con il valore della fede e delle virtù cristiane».

Se potesse parlare per qualche secondo direttamente a Benedetto XVI che cosa gli direbbe?

«Grazie Santo Padre, conti su di noi».

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