«Venite al cinema, ma occhio, non è un film»

«Rischiavamo di prolungare troppo il tour, così abbiamo voluto portarlo al cinema»

Pierfrancesco Borgia

da Roma

Nel loro caso - nel caso di Aldo, Giovanni e Giacomo - l'espressione schiavi del successo non è una blanda metafora. Il loro ultimo trofeo è il record di incassi conquistato nei palasport di 22 città italiane con il popolarissimo tour di Anplagghed, lo spettacolo scritto dal trio comico in collaborazione con la Gialappa's, Cesare Alberto Gallarini, Vario Bariletti e Arturo Brachetti e diretto da quest'ultimo. Dal trionfo alla schiavitù, però, il passo è breve. «Ci siamo accorti - racconta Giacomo Poretti- che rischiavamo di dover prolungare ancora per molto tempo il tour, viste le richieste che ci provenivano un po' dovunque. E allora abbiamo trovato questa soluzione: portare lo spettacolo teatrale al cinema». Ed è così che venerdì in 600 sale arriva (distribuito da Medusa) la versione «cinematografica» di Anplagghed con la regia di Rinaldo Gaspari. Il prodotto è stato confezionato durante la tappa modenese del tour. Gaspari ha filmato lo spettacolo avvalendosi di telecamere ad alta definizione e con il sistema dolby digitale, in modo di restituire le atmosfere e le emozioni dell'evento dal vivo.
Non si tratta, tuttavia, di una mera registrazione dello spettacolo. Dietro, al contrario, c'è un lungo e paziente lavoro di montaggio e soprattutto di tagli. «In buona sostanza - conferma Poretti - il film è incentrato su cinque sketch. Una sorta di sintesi dello spettacolo. Un'antologia che contiene però anche alcune novità, come la scenetta del terremoto».
Una particolarità, quest'ultima che renderà appetibile il film anche a chi ha già avuto modo di applaudire il trio nei palazzetti dello sport.
«Il cinema - spiega Giovanni Storti - in questo caso ci sembrava una giusta mediazione tra la voglia di sperimentare cose nuove sul palcoscenico e di arrivare a un vasto pubblico, come quello televisivo. L'importante è che la gente arrivi in sala consapevole del fatto che non vedrà un film, dove si racconta l'evoluzione di uno specifico plot narrativo».
Filo conduttore di Anplagghed è la vita in un quartiere di periferia di una grande metropoli, con un nutrito gruppo di personaggi alle prese con i piccoli e grandi problemi di tutti i giorni. Un ritratto della Terra raccontato da tre astronauti avveniristici e cialtroni e da un robottino un po' secchione atterrati con la loro Enterprise su un pianeta popolato di una particolare categoria di alieni: gli spettatori. Il risultato ottenuto è una nuova galleria di «piccoli mostri» tontoloni e cinici: teppistelli imbranati, famiglie eterogenee e litigiose e personaggi strampalati, espressione della realtà un po' degradata delle grandi città, rappresentati da Aldo, Giovanni e Giacomo con il consueto stile bonario e surreale.
L'operazione, però, non è esente da rischi. Intanto c'è la novità del mezzo. Poi si tratta di «debuttare» prima della tradizionale stagione natalizia, con l'evidente timore di venire scacciati dalla ribalta cinematografica per mano dei campioni di incassi del Natale. «Il nostro primo film (Tre uomini e una gamba, ndr) - ricorda Giovanni - uscì in 43 copie. Tanti erano allora gli esercenti che volevano puntare su di noi. Oggi sono seicento. Segno che anche un'operazione del genere dà delle garanzie».
Accantonata la tournée teatrale di Anplagghed, il trio tornerà nel 2007 al cinema. Il progetto è ancora top secret. «Di sicuro c'è solo che non ci rivedrete presto sul piccolo schermo - chiosa Giacomo -.

Quando nel '94 abbiamo accettato la proposta della Gialappa's lo abbiamo fatto perché ci rendevamo conto che il loro era un contenitore ideale dove sviluppare idee originali». «Oggi in tv di originalità se ne vede poca - aggiunge Giovanni - E anche le idee scarseggiano. Personalmente la guardo solo la domenica sera. Quando ci sono Fazio, la Gabanelli e la Dandini».

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