Venticinque anni di brindisi alla musica

Con venticinque anni di aperitivi c’è davvero di che ubriacarsi. Ma di una sbronza musicale come quella che anche quest’anno il Teatro Manzoni propone ai cittadini milanesi per dieci domeniche da novembre a marzo. La rassegna, prodotta e organizzata da Mediaset e Publitalia ’80 (con la partecipazione di Martini Soda e 3 Italia), è oramai un appuntamento fisso nella stagione degli spettacoli cittadini non soltanto per l’alta qualità dei concerti che, da anni, spaziano dal jazz alla world music alla classica, ma in virtù di una formula «newyorkese»: quella del matinée domenicale. Un format risultato quantomai gradito non soltanto ai cittadini che durante il weekend restano in città, ma anche agli appassionati dell’hinterland che in settimana faticano ad accedere agli spettacoli serali. La formula inusueta (per l’Italia) del concerto delle undici del mattino ha in tutti questi anni fatto breccia nel cuore degli intenditori di musica, e la ragione sta tutta in una programmazione che raramente in 25 anni è scesa al di sotto del top e ha visto esibirsi sul palco del Manzoni i big del panorama internazionale.
«Lo considero un grande regalo alla città - dice il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri - se consideriamo che si tratta di un importante appuntamento culturale interamente finanziato da privati. Per molti anni la musica ha coltivato il culto della incomunicabilità. Noi invece crediamo che la musica debba avere un saldo contatto con la cultura, e nel tempo abbiamo creato un contatto diretto con tanti appassionati che ci seguono costantemente».
Ma c’è un altro aspetto che rende la stagione di «Aperitivo in concerto» un evento speciale, e lo sottolinea il consulente artistico Gianni Morelenbaum Gualberto. «La nostra programmazione - dice - è quasi sempre al di fuori degli spettacoli di giro e delle grandi tournée, ma i concerti vengono selezionati secondo scelte prettamente tematiche: come il grande jazz, che come il tango è la musica che arriva “dal basso”, dalla strada. E come il tema del viaggio e dell’attraversamento, che accomuna le grandi tradizioni musicali extraeuropee, come Israele, il Brasile e gli stessi Stati Uniti». Alla base della filosofia della rassegna, sottolinea Morelenbaum Gualberto, c’è anche un principio di innovazione: «Milano è per sua natura una città fortemente istituzionale anche nella cultura. Basti pensare al ruolo di soggetti come la Scala o il Piccolo Teatro. Il nostro intento è invece quello di presentare al pubblico milanese quello che succede al di fuori dell’istituzionalità».
Anche quest’anno, il programma del Manzoni non ha tradito le aspettative del suo affezionato pubblico. Ad aprire le danze, il 2 novembre, sarà Sonny Rollins, un’autentica leggenda del jazz e precursore della globalizzazione culturale.
Dieci in tutto gli eventi previsti, di cui due anteprime assolute, due prime europee e tre prime italiane per una stagione che ha come denominatore comune il tema del viaggio. Otto concerti sono in programma la domenica mattina e due, compreso quello dell’inaugurazione il 2 novembre al teatro Dal Verme con Sonny Rollins, di sera alle 21. Il secondo è il 16 novembre con l’unica tappa italiana di John Zorn e il gruppo Masada. Tra gli altri appuntamenti la pièce di teatro musicale in prima europea «A Night in the old marketplace», pièce teatrale musicale tratta da un testo dello scrittore yiddish Yitskhok Leybush Peretz e realizzata dal compositore e trombettista Frank London che vedrà sul palco anche Vinicio Capossela come voce narrante (29 novembre).


Dal palcoscenico dell’«Aperitivo», il pianista americano di radici indiane Vijay Iyer presenterà il suo nuovo lavoro vocale e strumentale (7 febbraio), mentre chiuderà la rassegna il 14 marzo un altro grande pianista Stanley Cowell.

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