Ventimiglia: a Villa Hanbury sbocciano anche i libri

Ci fu un tempo in cui, quando qualcuno investiva i suoi danari in un lembo di terra da cui era stato conquistato, non vi era da temere l’assalto speculativo. Accadde così per quel tratto di costa ligure a La Mortola nei pressi di Ventimiglia di cui si innamorò nel 1867 sir Thomas Hanbury, eccentrico inglese giramondo che aveva guadagnato una fortuna a Shanghai. Dall’eccentricità di sir Thomas nacque il celeberrimo giardino botanico di Villa Hanbury, oggi proprietà dello Stato italiano e gestito dall’Università di Genova. Un trionfo di piante rare provenienti da ogni parte del mondo che risponde al gusto dell’epoca, in cui si fondevano esotismo e tardo romanticismo e che oggi rappresenta un tesoro, non solo botanico ma estetico e culturale.
È al giardino come espressione artistico-culturale che si ispira il Premio Grinzane Giardini Botanici Hanbury che, giunto quest’anno alla XVI edizione, ha premiato opere significative sul rapporto fra giardini, società, arte e letteratura. Suddiviso in tre sezioni, il premio ha consegnato il primo riconoscimento a Maria Luisa Dodero curatrice del libro Il mondo delle usad’by (The Coffee House art & adv.) che rievoca la cultura aristocratica russa attraverso le tenute nobiliari di campagna fra Sette e Ottocento.
Vincitori della seconda sezione Cristina Bay e Gottardo Bonacini con Il giardiniere goloso (Ponte alle Grazie) delizioso manuale dedicato a chi voglia dedicarsi in proprio alla coltivazione di frutta e verdura.

Per la terza sezione la vincitrice è Chiara Santini con Il giardino di Versailles (Leo. S. Olschki) che approfondisce il significato storico dei giardini voluti dal Re Sole su modello italiano e da quel momento a loro volta modelli di tutti i parchi reali d’Europa.

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